FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

In missione per conto di Dio. In bici conquistano il Vaticano

Si dice che la Ciclistica Sant’Ilario sia nata dopo una sostanziosa cena tra amici, che decisero "per digerire" di sfidarsi...

Si dice che la Ciclistica Sant’Ilario sia nata dopo una sostanziosa cena tra amici, che decisero "per digerire" di sfidarsi...

Si dice che la Ciclistica Sant’Ilario sia nata dopo una sostanziosa cena tra amici, che decisero "per digerire" di sfidarsi...

Si dice che la Ciclistica Sant’Ilario sia nata dopo una sostanziosa cena tra amici, che decisero "per digerire" di sfidarsi in bici su chi fosse arrivato per primo a Vetto… Era il 1970, e quella scommessa in notturna divenne ’La Classicissima’. Di pedalate, gare e competizioni ne sono seguite tante - sia su strada che in Mtb - e la Asd oggi vanta oltre cento iscritti. Ma lo spirito di avventura e il gusto per la sfida non è mutato.

Il Giubileo della Speranza ha offerto l’ispirazione ad un gruppo capitanato da Vincenzo De Lucia, carabiniere in congedo, di svolgere un pellegrinaggio in bici fino a Città del Vaticano. Un’impresa di fede e sportività a cui si sono aggiunti gli amici Salvatore Ruggiero, di Sant’Ilario; Enzo Artoni di Poviglio; Verter Cavalca di Nocetolo di Gattatico. Con loro Giuseppe Vissani, di Cavriago, al volante di un furgone-officina, garanzia di supporto tecnico e pronto soccorso lungo il tragitto.

Hanno tra i 63 e i 76 anni, ma per mesi si sono sottoposti ad una preparazione atletica fatta di allenamenti impegnativi su strada per affrontare le lunghe distanze e i dislivelli. Sono partiti lunedì mattina e ieri hanno fatto il loro ingresso nella Capitale. Due sere fa hanno fatto tappa a Viterbo: "È un’esperienza straordinaria e che arricchisce molto anche dal punto di vista umano - racconta De Lucia - C’è una marea di persone, anche stranieri, a Roma: a piedi, chi con bici da strada chi con gravel come due ragazzi che vengono da Biella e abbiamo incrociato in Toscana, chi lungo la Via Francigena e chi per le strade secondarie come noi… Ci si incontra, si scambiano due parole, ci si ritrova, si fanno amicizie. Senza contare che mentre pedaliamo, c’è tempo per riflettere e meditare".

Difficoltà? "Una doppia bucatura il primo giorno e, per chi come me non sopporta il caldo, temperature anche di 37°-38° C in alcune zone". Il viaggio è anche un’occasione per rafforzare il legame di amicizia che unisce i cinque reggiani da anni, e condividere valori comuni. Non mancano i momenti di riflessione, soprattutto al termine di ogni tappa. Durante il tragitto documentano la loro esperienza con foto e aggiornamenti sui social, ricevendo incoraggiamento e l’affetto della comunità santilariese, dove la loro associazione è un pilastro dello sport. Due settimane fa, ad esempio, in occasione del passaggio del Giro d’Italia hanno contribuito attivamente all’allestimento della grande festa.

f. c.