In ospedale solo con la mascherina "Il governo mantenga l’obbligo"

Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’Ausl reggiana, guarda alla scadenza prevista per novembre "Nel caso potremmo imporla noi: andiamo incontro al freddo e stanno già crescendo contagi e ricoveri"

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Almeno fino alla fine di questo mese, resta obbligatoria la mascherina all’interno di ospedali e Rsa.

Vale per tutti, professionisti e visitatori: il governo ha fatto un piccolo retro-front rispetto a quanto preventivato, ovvero far cadere l’obbligo a partire da ieri (1 ottobre). Ora il via libera riguarda quindi solo i mezzi di trasporto pubblici (foto in alto a destra) .

La proroga è stata accolta con soddisfazione dall’azienda Usl, fermo restando che la nuova - e non lontana - scadenza è quella di novembre.

Anche tra un mese, in realtà, togliere l’obbligo "non corrisponderebbe alle necessità epidemiologiche", considera la dottoressa Nicoletta Natalini, direttrice sanitaria dell’azienda Usl di Reggio.

Dottoressa Natalini, cosa avverrebbe se cadesse l’obbligo a novembre?

"Potrebbe diventare davvero un problema. Se non dovesse più essere obbligatoria per legge nazionale, valuteremo se e come poter intervenire, a livello regionale o nelle singole Usl, in modo da poter decidere in autonomia. Andiamo incontro alla stagione fredda e già in questo momento è opportuno mantenere l’obbligo".

Che momento stiamo attraversando?

"Proprio in questi giorni i contagi sono tornati ad aumentare, a circa 300400 al giorno, e con loro sono cresciuti anche i ricoveri ospedalieri. Non possiamo correre il rischio di avere ospedali senza personale a causa dei focolai; al tempo stesso gli operatori sanitari potrebbero, senza mascherina, trasmettere l’infezione ai pazienti. La mascherina per noi ha un doppio valore di protezione".

Nel contesto dei trasporti pubblici ora non è più obbligatoria. Prevedete una conseguenza sulla curva dei contagi? "Non è un caso che aumentino ora, quando sono iniziate le scuole da 15 giorni. Non si deve pensare però solo alla circolazione degli studenti sui bus, che certo incide; la ripartenza dell’autunno riattiva tanti aspetti di vita quotidiana, dalle riunioni agli appuntamenti sportivi, che sommati alla stagione autunnale creano una miscela esplosiva per il virus".

Prima ha citato i ricoveri, com’è la situazione?

"Pochi giorni fa eravamo a 35 ricoveri Covid, adesso siamo quasi a 60. Sicuramente abbiamo a che fare con un virus meno forte e la protezione vaccinale fa il suo dovere, ma anche solo cinque persone ricoverate al giorno sono tante. Teniamo conto che un malato di Covid resta ricoverato per non meno di due settimane".

Non sono però tutte persone ricoverate a causa del virus, ci sono anche cittadini che vengono ricoverati per altre ragioni e poi, magari asintomatici, risultano positivi al tampone.

"Certo, ma almeno una ventina dei 60 di cui parlavo prima sono stati ricoverati per sintomi Covid importanti. Ne abbiamo 12 in lungodegenza a Scandiano, 3 a Correggio in riabilitazione respiratoria, a Reggio invece 6 agli infettivi, uno in pneumologia e un altro in rianimazione". A oggi il personale riesce a coprire tutta l’assistenza necessaria?

"Con settembre si chiude il periodo delle ferie e si torna all’organico pieno, in queste condizioni riusciamo a garantire tutta l’assistenza. Dovesse scoppiare un focolaio, si cercherebbe come sempre di calibrare le forze in base a dove c’è più bisogno". Lei auspica che la mascherina torni obbligatoria anche in altri ambiti?

"Io mi auguro che le scelte sulle disposizioni vengano rapportate alla pandemia e non a un aspetto puramente ideologico. Se i dati dicono che la pandemia è in aumento, si devono introdurre dei sistemi di protezione adeguati e la mascherina è quella che ci ha protetto sicuramente di più. Se aumentassero ancora i casi, toglierla completamente potrebbe rappresentare un danno importante".

Giulia Beneventi