In piazza a Mosca: "Anche noi vogliamo la pace"

Nasta è nata in Russia e cresciuta a Reggio: "Ho visto cose allucinananti, poliziotti come robot del Governo contro una protesta civile"

Migration

di Daniele Petrone

"La guerra si sta combattendo in Ucraina, ma pagheremo anche noi russi. Le sanzioni della Ue colpiranno noi cittadini ‘normali’, non di certo Putin o le classi alte della società…".

A parlare è una ragazza di 36 anni che si vuole far chiamare solo Nasta, senza fornire le proprie generalità complete. "Qui in Russia controllano tutto, non c’è libertà e bisogna stare attenti a rilasciare dichiarazioni – racconta –. Una mia amica che sta studiando per diventare giornalista e che si mantiene lavorando negli uffici della metropolitana è stata licenziata per un post su Instagram contro la guerra, avendo il nonno che vive in Ucraina…". Lei stessa infatti comunica con noi solo tramite Telegram ("È il social più sicuro e non intercettabile").

Nasta è nata in Russia, ma è cresciuta a Reggio dove ha vissuto dai 3 ai 20 anni. "Ho frequentato la Manzoni e poi alle superiori prima un anno alla Tricolore di Rivalta e poi allo Iodi. Dopodiché mi sono trasferita dieci anni a Roma (dice con un marcato accento romanesco, ndr) e infine nel 2016 sono tornata a casa, a Mosca. Qui gestisco un negozio di vestiti italiani e spesso vengo a Reggio. Pre pandemia anche ogni due settimane, restando un mese. Ora ogni 4-5 mesi". Nasta, con grande coraggio, ha documentato quanto successo nella capitale russa giovedì coi dissidenti scesi in piazza contro la guerra, girando video poi pubblicati su Instagram.

"Voglio che in Italia sappiate cosa succede qui – spiega –. Mi trovavo in piazza Puskin, ma non c’era una vera e propria manifestazione organizzata. Era una forma spontanea e pacifica di protesta per quanto stava succedendo e per fortuna ci sono tante persone contro questa guerra. Io non sono un’attivista, ma mi sono sentita di andare anche io. Ho visto cose allucinanti, la polizia qui è addestrata per fare terrorismo alle persone. Sono come robot al servizio del Governo. C’erano anziani e bambini spaventatissimi che correvano e venivano rincorsi, come fosse un gioco, dagli agenti. Se qualcuno urlava ‘Stop alla Guerra’ veniva arrestato (mille sono finiti in manette, ndr). Qui è vietato manifestare, puoi solamente metterti seduto in solitaria con un cartello. E non puoi filmare, altrimenti rischi che te lo rompano o te lo sequestrino per poi guardare se hai pubblicato post sui social. Se finisci nella loro camionetta, chissà dove ti portano… E ti becchi una denuncia da 200mila rubli, circa 4mila euro. Ho rischiato di essere presa anche io, ma è andata bene. Mi batteva il cuore a mille".

Il suo pensiero sulla guerra è chiarissimo. "Posso capire i problemi politici ed economici tra Russia, Ucraina e Stati Uniti, ma non si doveva arrivare a far scoppiare addirittura una guerra. Nessuno dei politici di questi tre Paesi è un Santo, altrimenti avrebbero evitato di ammazzare dei civili innocenti. Ognuno ha le sue responsabilità: gli Usa hanno cercato di ‘sfruttare’ l’Ucraina per allargare l’alleanza Nato e controllare la Russia. A quest’ultima l’Ucraina non serve, ma Putin è fuori di testa. E sarebbe ora che si ritirasse e andasse in pensione anziché fare danni".

Infine illustra bene le conseguenze alle quali rischia, lei stessa, di andare incontro. "Russi e ucraini sono fratelli. E tutti noi pagheremo quel che ha fatto Putin. Chi col sangue e chi con una vita impossibile. Un esempio? Lunedì (domani, ndr) sarei dovuta tornare a Reggio, ma mi hanno bloccato il volo. È stato come un pugno in faccia. E della mia attività commerciale che ne sarà? Con le sanzioni della Ue si bloccheranno le esportazioni, le mie carte di credito Visa e Mastercard rischiano di non valere nulla in Europa. A pagare saremo noi persone normali, come sempre. Credetemi, sono scioccata".