Franchini di Montecchio in subbuglio. Sono in stato avanzato i lavori per l’allestimento del Cau, che dovrebbe aprire entro novembre, rimodulando tutta l’operatività del pronto soccorso. Non chiaro se il Cau funzionerà 12 ore al giorno oppure 16. Intanto il sindacato degli infermieri Nursind annuncia di essere pronto a proclamare lo stato di agitazione se l’Ausl non risolverà il problema del personale prima della riapertura dei servizi di Chirurgia urologica e Chirurgia ortopedica. Per far diminuire le liste d’attesa, l’attività dei due servizi deve ritornare ad essere quella pre-Covid (durante la pandemia l’ospedale venne chiuso) e ciò comporta un Piano di riorganizzazione che l’Azienda ha sottoposto ai sindacati.
Venerdì scorso si è svolta un’assemblea in cui è stato illustrato agli infermieri il Piano, ed aperta la trattativa. Lo stesso avverrà con il personale medico e quello amministrativo.
Se la Cisl usa toni pacati per descrivere la situazione, la segretaria provinciale del Nursind Natascia Cersosimo replica ai colleghi e dà fuoco alle polveri: "Ci sarà una ripercussione sui reparti di degenza internistica che dovranno recuperare i letti che dalla post pandemia erano in appoggio al reparto chirurgico. Questo comporterà un incremento sostanzioso dei letti in lungo-degenza, un piccolo incremento in Aic e medicina. Tali incrementi vanno a gravare però su una situazione già critica, con personale al minimo e pazienti sempre più impegnativi. Il problema non è solo degli operatori sanitari, ma di tutti i cittadini della Val d’Enza.".
Cersosimo spiega che il carico assistenziale "è aumentato, sempre più anziani con pluripatologie vengono ricoverati per lungo tempo, a causa del covid vi sono parecchie ricadute di patologie respiratorie, un incremento anche di pazienti psichiatrici gravi e malati oncologici che devono essere accompagnati al fine vita. Tutti cittadini pazienti che necessitano di cure. Ma non solo: dietro ad ogni ricovero vi è un mondo burocratico che impegna sempre più il personale infermieristico, oltre a continui aggiornamenti volti a garantire un miglior inquadramento del paziente".
I problemi degli infermieri di Montecchio sono "una carenza di personale cronica che, a fronte di un incremento di letti, non permetterebbe al personale di svolgere il lavoro appropriatamente e in sicurezza". Si chiede perciò più personale: "Siamo stanchi di lavorare sempre di più e male. Non escludiamo lo stato di agitazione, bloccando i rientri per coprire malattie e assenze. Chiediamo ascolto da parte dell’Ausl. Abbiamo mandato delle proposte concrete e fattibili, che non richiedono un grosso impegno da parte dell’azienda ma che avrebbero una ricaduta sostanziale e migliorativa sul nostro lavoro, e di conseguenza sulla qualità dell’assistenza ai pazienti".
Francesca Chilloni