Incarichi in Comune, gli indagati calano da 18 a 5

Il fascicolo del giugno 2019 si affianca a quello sui presunti appalti pilotati. Maria Sergio esce dall’inchiesta in cui restano, invece, Coli, Gnoni e Magnani

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di Alessandra Codeluppi

Meno di un terzo degli indagati: dagli iniziali diciotto si è passati a cinque, per i quali è arrivato l’avviso di conclusione degli accertamenti (415 bis) da parte della Procura. Parliamo dell’inchiesta sul conferimento degli incarichi da parte di dirigenti, o ex, del Comune, condotta dal pm Giacomo Forte. Un fascicolo che si affianca all’altro, seguito dai pm Giulia Stignani e Valentina Salvi, incentrato sui presunti appalti pilotati, con 26 persone - sempre tra dirigenti ed ex, funzionari e beneficiari - destinatarie del 415 bis. Entrambe le inchieste confluiranno poi nelle richieste di rinvio a giudizio da parte dei magistrati (che potranno domandare il processo o l’archiviazione). Per quanto riguarda gli incarichi, compare Santo Gnoni, ex dirigente dell’ufficio legale del Comune indagato anche per gli appalti, difeso dagli avvocati Liborio Cataliotti e Paolo Coli (quest’ultimo sott’inchiesta nel filone appalti). Poi Massimo Magnani, dirigente dell’area competitività, che risulta assistito dall’avvocato Coli. Ci sono Luca Fantini, ex dirigente delle politiche per l’integrazione, assistito dall’avvocato Celestina Tinelli; Lorena Belli, che si occupa di attività produttive ed edilizia, seguita dai legali Cataliotti e Coli così come Elena Davoli, preposta alle politiche per la valorizzazione commerciale.

Escono invece dall’inchiesta - potrebbero essere archiviate, stralciate o cadere in prescrizione - le altre posizioni. Come quella di Maria Sergio, ex dirigente dell’ufficio pianificazione che ora lavora a Modena. Non compaiono più neppure Giordano Gasparini, dirigente servizi alla persona; Laura Montanari dello staff servizio mobilità; Battistina Giubbani dell’ufficio sviluppo del personale e organizzazione; Alfredo Di Silvestro del servizio manutenzione e Germana Corradini dei servizi sociali. Una possibile spiegazione del calo del numero degli indagati sta nella riforma del reato di abuso d’ufficio, che non prevede più l’ipotesi illecita legata ai regolamenti, su cui era stata costruita buona parte dell’impianto accusatorio della Procura: fatti che erano stati prospettati come illeciti, non lo sarebbero più secondo la nuova norma.

L’inchiesta riguarda incarichi assegnati tra il 2013 - quand’era sindaco Graziano Delrio prima di lasciare l’incarico a Ugo Ferrari - e il 2015. Per i fatti risalenti al 2012 infatti è già intervenuta la prescrizione, da verificare per il 2013, mentre per il 2014 e il 2015 il rischio non c’è.

L’esistenza dell’inchiesta era stata resa nota dallo stesso Comune nel febbraio 2019. Tutto nacque da un esposto presentato alla Corte dei conti, dopo che era stata già segnalata irregolarità nel regolamento comunale degli incarichi, che poi fu modificato dal sindaco Luca Vecchi, che sarebbero stati assegnati in modo discrezionale dai dirigenti senza avviso comparativo.