Reggio Emilia, una seconda inchiesta scuote il Comune. 18 dirigenti nel mirino

Quasi concluso il filone che tratta gli incarichi professionali distribuiti nel 2013

Fiamme gialle in Comune

Fiamme gialle in Comune

Reggio Emilia, 17 settembre 2020 - Un’altra inchiesta scomoda per il Comune si avvia verso la conclusione. E nuovi avvisi di fine indagine saranno recapitati ad altri dirigenti del municipio. Si tratta del fascicolo aperto dalla Procura e seguito dal pm Giacomo Forte, sugli incarichi professionali distribuiti dai dirigenti nel 2013, periodo in cui era sindaco Graziano Delrio, poi diventato ministro lasciando a Ugo Ferrari l’incarico di sindaco vicario.

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L’esistenza dell’inchiesta era stata resa nota dallo stesso Comune nel febbraio 2019. Allora ammontavano a 18 i dirigenti comunali sott’inchiesta, a vario titolo, per falso ideologico e abuso d’ufficio. Ed è su quest’ultimo reato che ora la Procura starebbe rifilando le accuse. L’abuso d’ufficio è al centro di una riforma prevista dal Decreto semplificazioni. Da quanto trapela, gli inquirenti starebbero ora riguardando i fatti contestati alla luce delle novità. L’inchiesta resta in piedi e nella sostanza è già ultimata: ultimati dettagli da limare, si profilano altri avvisi di fine indagini.

La vicenda era nata nel 2008, con il primo rilievo della Procura della Corte dei conti. Poi era diventata pubblica nel 2016, con le segnalazioni del M5s, sempre alla Corte dei conti. L’inchiesta si concentra su incarichi attribuiti fino al 2015, secondo un regolamento considerato dalla Corte dei Conti illegittimo: al vaglio fino a 300 incarichi professionali distribuiti. Nel 2008, la Procura della Corte dei conti inviò al Comune una relazione nella quale chiese di aggiornare il regolamento per l’affidamento di incarichi professionali. Nel 2015, la Corte dei conti spedì al Comune un nuovo rilievo, dicendo che il regolamento era illegittimo, "poiché esclude la previsione di procedura comparativa mediante emissione di avviso pubblico rivolto alla generalità degli interessati, adeguatamente pubblicizzato per un congruo periodo sul sito web idell’ente (almeno 15 giorni)".

Nello stesso anno il regolamento fu aggiornato dal Comune, "sulla base delle normative". Nel febbraio 2019 fu poi il Comune a rendere nota l’apertura di un’inchiesta nei confronti di alcuni dirigenti, ai quali espresse "piena fiducia". Per l’abuso d’ufficio la prescrizione sarebbe scattata l’anno scorso, ma gli avvisi di garanzia hanno avuto l’effetto di prorogare il termine di due anni.

L’unico nome in comune con l’inchiesta sugli appalti pilotati è quello di Santo Gnoni, ex dirigente dell’ufficio Legale ora in pensione. Tra gli altri nomi che comparivano l’anno scorso, e ora potrebbero essere stati confermati o no, sono Massimo Magnani (dirigente dell’area Programmazione territoriale) e Maria Sergio (moglie del sindaco Luca Vecchi e nel 2013 dirigente del Servizio Pianificazione e qualità urbana, incarico lasciato nel 2014, dopo l’elezione di Vecchi e ora operativa in Comune a Modena). Avevano ricevuto l’avviso anche Giordano Gasparini (Servizi alla persona), Luca Fantini (in passato alle Politiche per l’integrazione), Laura Montanari (staff del settore ambiente), Lorena Belli (Attività produttive e edilizia), Battistina Giubbani (Sviluppo del personale), Elena Davoli (Marketing del territorio), Alfredo Di Silvestro (allora nel Servizio di manutenzione) e Germana Corradini (Servizi sociali).