Incidente Reggio Emilia, il padre: "Ho perso tre angeli, erano andati a mangiare sushi"

Lo strazio di Ardian Ardian Hyseni: "Non mi spiego come sia potuto succedere. Domenica li avevo portati al parco a giocare"

Reggio Emilia, 1 novembre 2022 -  "Guardi qui, li avevo portati al parco proprio ieri mattina. E ora non ci sono più...". Con la mano che trema e gli occhi rossi di dolore, mostra il telefonino dove scorre foto e video dei suoi piccoli. Ardian Hyseni dà le spalle al rustico sventrato dalla Fiat Stilo nel terribile incidente di domenica sera a Villa Gaida, sulla via Emilia. Non ha il coraggio di girarsi verso quella voragine che ha inghiottito per sempre in un colpo solo tre figli e l’adorato nipotino, la cui foto campeggia anche come immagine del profilo facebook, attorniato da mille cuori.

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La casa sventrata e Ardian Hyseni assieme ad una zia della famiglia
La casa sventrata e Ardian Hyseni assieme ad una zia della famiglia

Ripercorre quei maledetti momenti, proprio lì, sul marciapiede a due passi dall’immane tragedia che l’ha colpito. "Mia figlia Shane aveva tanto insistito, mi ha detto: ‘Papà, vengo a prendere Resat e Rejana stasera. Vestili bene, li portiamo con noi a cena fuori’. Sono andati a mangiare il sushi in un ristorante giapponese di Reggio. Ero tranquillo, tant’è che mi ero addormentato a casa. Poi all’improvviso, dopo le 8, mi ha telefonato la polizia municipale".

Assieme alla moglie Anjeza si precipitano da Parma – dove vivono e dove i figli Resat e Rejana andavano a scuola all’istituto comprensivo Albertelli-Newton – a Reggio. Davanti a loro, in quel buco nero dell’abitazione colpita dall’auto, è caduto il mondo intero. Anjeza non regge alla notizia e accusa un malore. Cade a terra, si dimena e urla. Voci strazianti. Viene portata all’ospedale Maggiore di Parma.

"Una tragedia senza spiegazione", dice Ardian, scuotendo la testa mentre non si dà pace. Ma non è solo. Con lui in mattinata, per stargli vicino, sono arrivati alcuni parenti da Vicenza. "C’è qualcosa di strano in questa dinamica dell’incidente", dicono. Scattano foto e cercano disperatamente un motivo, un perché. "Ma qui non ci sono telecamere? Vorremmo capire", continuano mentre chiedono agli abitanti della zona e ai titolari di Arredamenti Terenziani, attività proprio dall’altra parte della strada, proprietari della casa disabitata centrata dall’auto impazzita.

"Non sappiamo quali siano le cause di questo incidente, può essere stata veramente qualsiasi cosa. A livello generale facciamo una considerazione: purtroppo la via Emilia è pericolosa, d’altronde è una strada pensata secoli fa per essere percorsa a piedi. Crediamo che debbano essere presi provvedimenti mettendo dei velox affinché le auto vadano più piano. Come è stato fatto a Codemondo, è l’unica alternativa per migliorare la sicurezza. Lo abbiamo detto anche all’assessore del Comune che è venuta qui stamattina (ieri, ndr)", dice un dipendente del negozio.

Da tempo i residenti della zona chiedono migliorie sulla strada. Discussioni che non hanno la pretesa di alleviare il dolore di una famiglia intera. "Shane era una ragazza stupenda. Resat e Rejana due ragazzini spettacolari, intelligenti ed educati. Siamo senza parole", dice una zia. In quel lembo di via Emilia arrivano altri due parenti. Abbracciano Ardian, cercando di dargli coraggio. Il telefonino di Ardian squilla ancora. È l’altro suo figlio.

"Lui è l’ultimo che mi è rimasto, vive in Francia – racconta Ardian – Noi abitiamo vicino Parma da qualche anno. Io lavoro come muratore, ma siamo da tantissimo tempo in Italia". La famiglia Hyseni, come tanti connazionali, è migrata anni fa dall’Albania, dalla loro splendida città di Durazzo, per il nostro Paese in cerca di una qualità migliore della vita. Erano arrivati in Emilia, dopo un periodo vissuto in Sud Italia, in Basilicata, dove Ardian aveva trovato da lavorare e dove ogni tanto andava a trovare il capomastro coi suoi figli, come mostra anche su facebook, durante una visita felice ai Sassi di Matera. "Andremo nel nostro Paese per celebrare i funerali", dice Ardian con commovente orgoglio. La polizia locale e il Comune di Reggio hanno informato l’ambasciata albanese per organizzare il rimpatrio delle salme. E dove molto probabilmente – confida la zia – torneranno a vivere. Sulla via Emilia c’è troppo dolore. "Ora dobbiamo andare a fare il riconoscimento dei corpi. Sarà orribile", dice la zia. Che prende sotto braccio Ardian, assieme agli altri parenti e lo portano via. Con la morte nel cuore.