Incidente Reggio Emilia. "Via Emilia? Ogni giorno si rischia, sfrecciano dall’alba"

Il forno di via Vico a Cella un anno fa fu sfondato da una station wagon

Reggio Emilia, 4 novembre 2022 -  Nell’ottobre 2021, oltre allo schianto di Calerno del giorno 5, ad alimentare le polemiche sull’ insicurezza della via Emilia in direzione Parma.

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L'incidente
L'incidente

Sedici giorni dopo, infatti, nella notte del 21 di ottobre, un altro incredibile incidente ha gettato nel panico gli abitanti di Cella. L’ora tarda (erano le 2 di mattina, circa), e la fortuna, ha fatto si che non si registrassero vittime nella circostanza, ma gli strascichi non sono stati pochi. Infatti, un’Audi A6 di colore bianco guidata da un 44enne residente in Val d’Enza, il quale, secondo gli accertamenti condotti dalla Polizia Locale intervenuta sul posto per i rilievi di legge e per le successive indagini, è risultato in stato di ebbrezza, si schiantò proprio contro l’angolo della vetrina di un forno pasticceria. Una sbandata, l’auto che perde il controllo e termina la sua corsa contro la vetrina dell’esercizio commerciale non prima di aver divelto anche la colonnina che reggeva la balconata sovrastante ( nelle foto il momento dell’incidente e come appare oggi l’edificio).

"Quanto siamo rimasti chiusi? Circa quattro mesi", ci dice Nicolas, figlio della titolare Stefania Prati, indicata anche sull’insegna del forno pasticceria) che ha in gestione il negozio di via Vico a Cella (la titolare ne ha altri in provincia).

Le autorità, nell’immediatezza del sinistro, dichiararono lo stabile parzialmente inagibile; ma rispetto a quanto successo per la casa di Calerno, evidentemente l’assicurazione è stata più celere.

"Abbiamo messo in sicurezza lo stabile e bonificato tutto quanto era andato danneggiato all’interno", spiega. Oggi il forno ha ripreso la sua normale attività, ma quanto successo tra Gaida e Cadè domenica sera è un pensiero anche per il titolare.

"Qui ci potrebbe essere un grave incidente ogni giorno – chiosa –. Aprendo il negozio alle 5 di mattina vedo auto sfrecciare ad alta velocità. A quell’ora il traffico è poco, ma è pur sempre un centro abitato".

Intanto anche ieri sul luogo dello schianto di domenica sera era in funzione il semaforo provvisorio per gestire il traffico tramite il senso unico alternato. A lato della strada, dove hanno perso la vita la giovane Shane Hyseni e suo figlio – il piccolo Mattias di un anno e mezzo – oltre ai fratelli di lei Resat e Rejana di 9 e 11 anni, si è creato un piccolo altare a cielo aperto.

Candele a terra, e due mazzi di fiori, uno con una scritta in albanese e l’altro in italiano: "Sarete sempre nei nostri cuori", assieme a un panda e a un cagnolino di peluche appesi alla rete di ferro che costeggia il marciapiede.

Il traffico, andato completamente in tilt mercoledì, ieri è apparso leggermente più scorrevole. Pur con evidenti disagi che si acuivano a seconda dell’orario, più o meno di punta. Una situazione che non ha lasciato soddisfatti i gestori di alcuni bar e tavole calde presenti nelle vicinanze di un paio di distributori che insistono su quel tratto di via Emilia, completamente deserti all’ora di pranzo. "Come può vedere non c’è nessuno – sottolinea una di loro –. La ragione? Chi si mette alla guida preferisce rimanere in auto e non sostare per non perdere ulteriore tempo a casa di questo ingorgo". Altre due, infine, le problematiche sotto osservazione. Quella della sicurezza stradale: nella zona del senso unico alternato vi sono un paio di fermate dell’autobus con alcuni giovani che scendono proprio lì al termine della giornata a scuola, con marciapiede ‘risicati’ e auto e camion che possono ripartire improvvisamente mentre si attraversa la strada. Inoltre, i continui ‘stop and go’ non fanno altro che aumentare l’inquinamento in un tratto in cui le pm10 sono già ampiamente fuori scala.

n.b