Guastalla, infermiera ruba a un paziente. Condannata 56enne

Dovrà scontare 8 mesi, ma la difesa proclama l'innocenza della donna: "Faremo ricorso in appello"

Un'infermiera in una foto di repertorio (Attalmi)

Un'infermiera in una foto di repertorio (Attalmi)

Guastalla (Reggio Emilia), 9 marzo 2019 - Prelievi sanitari, ma anche uno di denaro, non consentito, direttamente dalle tasche del paziente, andato all’ospedale per sottoporsi a esami. Un’infermiera di 56 anni, Lucia De Pascalis, è stata condannata ieri a otto mesi e 300 euro di multa per furto aggravato. Sui quattro casi che le venivano contestati, avvenuti al centro prelievi dell’ospedale Civile di Guastalla, il giudice Simone Medioli Devoto l’ha riconosciuta responsabile soltanto per un furto, cioè quello avvenuto ai danni di un anziano di 81 anni, originario di San Benedetto Po (Mn) e residente a Guastalla. 

Gli ha sottratto 120 euro dopo avergli chiesto di avvicinarsi al tavolo, aiutandolo ad accomodarsi: manovre servite, secondo l’accusa, a facilitare solo il prelievo del denaro che lui teneva nella giacca. Negli altri tre casi la donna è stata prosciolta per un vizio nella querela sporta dai cittadini: tra questi, c’è anche una donna di 67 anni, l’unica a costituirsi parte civile, che aveva denunciato di essere stata derubata dopo che l’infermiera l’aveva invitata a fare la pipì per rimpinguare quello caduta per sbaglio dal contenitore. 

Quel giorno, il 29 settembre 2014, mentre la paziente era in bagno, l’infermiera - secondo l’accusa poi decaduta - le aveva preso dal portafogli 90 euro. La donna, attraverso l’avvocato Sandro Gallusi, aveva chiesto i danni «non tanto per l’entità della cifra che mi ha sottratto, ma per una questione di principio». Ma ieri il giudice non ha riconosciuto la donna colpevole per questo episodio. 

Il magistrato, invece, aveva ritenuto confermati tutti e quattro i casi di furto: aveva chiesto un anno e mezzo di pena e 600 euro di multa. Il legale Gallusi, invece, ha rimarcato che la sequela di episodi non poteva essere casuale («Si tratta di quattro persone tutte derubate all’ospedale») e ha chiesto i danni patrimoniali e non patrimoniali. L’avvocato Nicola Nardomarino, che difende la donna, ha invece chiesto l’assoluzione: «La mia assistita si proclama estranea, nessuno l’ha mai vista commettere i furti - afferma il legale -. Dagli atti di indagine dei carabinieri, inoltre, non ci sono elementi di prova che confermino le accuse». 

I militari l’avevano denunciata a piede libero incrociando le circostanze di tempo e di luogo. Il giudice ha riconosciuto all’infermiera le aggravanti di aver approfittato dei pazienti dentro l’ospedale e di aver agito mentre era al lavoro. Ma la difesa non ci sta, seppur la condanna sia arrivata soltanto per un episodio, e intende continuare la battaglia legale: «La sentenza è ingiusta - afferma l’avvocato Nardomarino -. Faremo ricorso in appello».