Ingranaggi Moreali, gli operai lavorano 33 ore ma sono pagati per 40

L'accordo siglato dall'azienda: stessa paga per lavorare meno

Operai

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Reggio Emilia, 13 settembre 2019 - «I miracoli non esistono. Esiste la forza collaborativa dei lavoratori, quella sì». Ciro D’Alessio, sindacalista della Fiom Cgil, racconta della trattativa sul rinnovo dei contratti aziendali con la Ingranaggi Moreali (Pieve Modolena). «La nuova turnistica – continua – prevede una riduzione delle ore di lavoro, con una settimana di 33 ore retribuite 40. L’azienda in questi anni ha investito in nuove macchine utensili e questo ha portato a un aumento della produttività. Per questo abbiamo condiviso che una parte dell’aumento si trasformasse in riduzione delle ore lavorative, a parità di salario».

La nuova turnistica si allega al tradizionale premio di risultato e ai diritti individuali dei lavoratori, stabilendo settimane lavorative ‘6x6’. «Sei ore al giorno per sei giorni a settimana - spiega D’Alessio -. Alla fine del mese ogni dipendente arriva a lavorare circa 132 ore e gliene vengono retribuite 160». Non si pensi al miracolo, insiste il sindacalista, che non dimentica i tempi biblici dell’intera negoziazione nè i momenti in cui si è sfiorato lo sciopero. «Come quando - ricorda - abbiamo chiesto l’ultrattività (permanenza dell’indennità anche alla scadenza del contratto aziendale, ndr ). In assemblea siamo stati chiari: se non fosse stata sbloccata la situazione, l’unica alternativa sarebbe stata andare oltre, scioperare». Una soluzione mai stata necessaria, in realtà.

«Le aziende devono avere in tempo reale la capacità di rispondere alle esigenze del mercato - chiude - e questa è una condizione che noi comprendiamo benissimo. Siamo sempre rimasti però fermi e intransigenti sulla qualità delle condizioni lavorative. Tant’è che i dipendenti stessi sono stati sempre coinvolti, durante tutti i passaggi della trattativa, e la Moreali si è sempre dimostrata disponibile al confronto». Attualmente la ditta conta un centinaio di dipendenti, il 95% dei quali ha votato a favore del nuovo contratto. Nei prossimi quattro anni il premio potrà raggiungere un massimo di 8mila euro, e l’indennità di prestazione aumenterà la retribuzione di 22 centesimi l’ora in maniera strutturale. «L’azienda è solida - commenta l’operaio storico e delegato Fiom Leonardo Graziuso -. Alcuni recriminano gli orari di lavoro troppo flessibili, ma penso si tratti di un atteggiamento culturale, negativo di fronte al cambiamento. Con discussioni anche continuative, siamo riusciti a trovare la migliore soluzione. In fondo tutti, imprenditori e dipendenti, devono poter fare il proprio mestiere».