"Inseguita da uno sbandato, ho avuto paura"

Via Giorgione, il racconto di una donna: "Urlava parole incomprensibili, mi sono chiusa in auto". E in zona imperversano le baby gang

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Inseguita e aggredita verbalmente da uno sconosciuto in pieno pomeriggio mentre andava al lavoro. La disavventura è capitata martedì scorso in via Giorgione a Francesca Veroni, impiegata amministrativa di un’azienda reggiana e residente in uno dei condomini del quartiee. Il giovane, di una ventina d’anni, evidentemente alterato da droga e alcol, ha cercato di raggiungerla urlando in lingua straniera. "Saranno state le 14.30 – racconta Francesca che ricorda perfettamente quei minuti inquietanti – stavo per raggiungere la macchina parcheggiata sotto casa quando, all’angolo con via San Martino, ho visto questo ragazzo che sotto i portici correva verso di me pronunciando parole che non riuscivo a capire. Dal modo in cui si muoveva e da come parlava si capiva che era alterato, aveva forse assunto qualcosa: a un certo punto si è messo a bere anche da una bottiglietta d’acqua che ha trovato lì per terra".

La paura è stata notevole: "Non ho capito che intenzioni avesse e se avesse armi con sé. Io comunque mi sono chiusa in macchina e ho fotografato la scena. Lui si è avvicinato confusamente, non sapevo proprio cosa pensare. Alla fine tutto è andato per il meglio, ma mi chiedo: se ci fosse stata mia figlia di 15 anni al mio posto? Lei va e viene con la bicicletta dai garage sotterranei e magari non avrebbe i nervi saldi per reagire con raziocinio a una situazione del genere, al limite anche di difendersi, se si presentasse". La donna ha fatto una segnalazione all’Urp del Comune - per provare ad alzare la soglia dell’attenzione - da dove le hanno risposto di sporgere eventualmente denuncia alle forze dell’ordine.

L’episodio, che fortunatamente si è risolto senza particolari conseguenze, diventa comunque l’occasione per una riflessione più generale sulla zona tra via Giorgione o e via San Girolamo, dove il reticolato dei portici favorisce a fasi alterne la presenza di sbandati. I condomini, dopo alcuni esposti (pubblicati sui giornali), sono riusciti a instaurare un contatto diretto con la Questura, protagonista di una serie di blitz e con la quale c’è molta collaborazione: "Ed effettivamente – conferma Francesca – la situazione è migliorata rispetto al passato, si vedono le volanti passare più spesso, ci sentiamo più protetti". Ma questo però non impedisce il ripresentarsi di ceri fenomeni. "Il problema adesso che si sta riproponendo con una certa continuità è quello delle baby gang che imperversano tutti i giorni, dal pomeriggio (perché la mattina vanno a scuola) fino a notte. Il ragazzo che mi ha inseguita non fa parte di quel gruppo composto da minorenni, per lo più 16-17 anni. Però in generale è un quartiere dove sono possibili questo tipo di ‘inconvenienti’ perché può dare l’impressione di essere zona franca. I ragazzini per esempio non passa giorno che non si producano in schiamazzi ripetuti, insulti alle persone che passano, risse furibonde, furti nei negozi, probabile spaccio e consumo di droga, bottiglie di alcol che si rompono, immondizia che viene abbandonata un po’ ovunque. E il condominio più volte è stato costretto a pagare di tasca propria la ripulitura della strada".

Il loro punto di ritrovo è sopra la rampa d’accesso ai garage, un angolo ben nascosto alla visuale: "alle informazioni che abbiamo si tratterebbe di ragazzi che una volta bazzicavano altre zone della città e che adesso si sono spostati qui. La situazione in linea di massima è migliorata rispetto al passato, ma c’è ancora tanto da fare per far tornare alla normalità questo quartiere".

Gianpaolo Annese