L’azienda di Tommaso Manfreda, ex assessore a Casina poi dimessosi in seguito alla vicenda della sua esclusione dalla white-list da parte della prefettura, potrà tornare a lavorare.
"Lo ha deciso nei giorni scorsi il tribunale delle misure di Bologna, che ha ammesso l’impresa edile a un percorso di 18 mesi sotto il controllo di un amministratore giudiziale: assieme all’azienda sarà tenuto in modo trasparente a fornire i dettagli su tutte le attività svolte", spiega l’avvocato Valter Pompeo Azzolini, dello studio legale Bucchi, che assiste l’imprenditore.
L’interdittiva antimafia da parte della prefettura era scattata per Tommaso Manfreda a dicembre del 2022, perché ritenuto vicino a un’altra azienda (quella dei Falbo di Casina) per la quale era scattata un provvedimento analogo. Ora però per entrambe le esclusioni prefettizie dalla white-list, nel merito, pendono ricorsi davanti al Tar. Nella provincia di Reggio Emilia, infatti, caso unico in Italia, l’interdittiva antimafia impedisce di lavorare anche nel settore privato.
"In questo caso, invece, si tratta di un percorso giudiziale emesso dal tribunale, nonostante il parere contrario della prefettura. Il procuratore generale presente in aula, però, ha dato il suo consenso e il giudice si è espresso in maniera favorevole – spiega Azzolini –. All’esito di questi 18 mesi, che possono anche essere prorogati, faranno una verifica e se tutto avrà esito positivo potrà essere confermata l’inefficacia dell’interdittiva. Si tratta di uno strumento a tutela dell’azienda, quindi il nostro cliente può tornare a lavorare a tutti gli effetti. È un ottimo risultato e siamo soddisfatti. Noi puntiamo ovviamente ad annullare l’interdittiva nel merito, però, perché la riteniamo totalmente infondata".
Anche lo stesso Manfreda è soddisfatto. "È stato un periodo molto brutto, ormai un anno – commenta –. Mi ha fatto soffrire tanto essere avvicinato a un mondo che non fa parte di me e dei miei principi. Con questo percorso che inizierà ora torniamo a respirare, io e miei dipendenti; penso sia uno strumento valido per dimostrare l’onestà dell’operato della mia attività che ormai svolgo da 22 anni".
E conclude: "Io ho sempre lavorato con i privati, soprattutto a Casina. Con questo diniego invece solo a Reggio non potevo lavorare nemmeno lì. Adesso invece potrò dimostrare che con quel mondo non c’entro niente. Devo ringraziare sinceramente la comunità di Casina, paese dove sono nato e cresciuto, che mi è stata vicina e tutti i miei clienti storici: mi hanno aspettato per fare i lavori edili. Ora potrò adoperarmi per loro".
b. s.