Iren, aumentano le bollette e pure gli stipendi dei manager

Ratificata l’approvazione del compenso dei consiglieri d’amministrazione che sale di 7mila euro lordi a testa. La maggior parte dei Comuni vota a favore tra cui Reggio. Solo 5 contrari e altrettanti astenuti

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di Daniele Petrone

Aumentano le bollette, ma si gonfiano (ancora) pure gli stipendi di manager e cda del Gruppo Iren. Nell’assemblea dei soci del 21 giugno scorso la multiutility a partecipazione pubblica ha deliberato infatti l’aumento di 7mila euro lordi del compenso pro capite dei consiglieri di amministrazione, con l’approvazione della maggior parte dei Comuni della nostra provincia. A partire da Reggio capoluogo. Hanno votato a favore anche Albinea, Baiso, Bibbinao, Boretto, Canossa, Carpineti, Casina, Cavriago, Correggio, Fabbrico, Gattatico, Luzzara, Montecchio, Quattro Castella, Reggiolo, Rio Saliceto, San Martino in Rio, San Polo, Sant’Ilario, Scandiano, Ventasso, Villa Minozzo e Vezzano. Così come pure i ‘big’ Parma, Piacenza e La Spezia. Mentre si sono astenuti Brescello, Casalgrande, Gualtieri, Guastalla e Viano.

Gli unici ad opporsi alla decisione e a battagliare sono stati Bagnolo, Campagnola, Castelnovo Sotto, Novellara e Rubiera. Una spaccatura netta che ha generato tensioni e malumori, anche se in campagna elettorale ora il diktat è quello di non sollevare schermaglie interne ai partiti, specie su temi così sentiti che toccano le tasche dei cittadini. Per i sindaci “dissidenti” – seppur pensino sia comunque giusto riconoscere i premi ai manager ed elargire un equo compenso rispetto alle responsabilità dei membri del cda (anche se i 7mila euro di aumento sono comunque giudicati troppi) – la tempistica è inopportuna. Nel periodo del rincaro energetico dove tante famiglie sono in difficoltà a fronteggiare i costi delle utenze, non è proprio il massimo. Ancor più se rapportato al fatto che nella semestrale appena chiusa di Iren i ricavi sono aumentati dell’85%.

La proposta dell’aumento degli stipendi – che sarà valida con effetto immediato fino alla fine dell’esercizio 2024 – è arrivata dalla Fct Holding Spa, società finanziaria del Comune di Torino, "nell’ottica di rendere le remunerazioni del board, sostanzialmente invariate dal 2013, più coerenti con l’impegno richiesto per lo svolgimento degli incarichi – si legge nella relazione illustrata ai soci in assemblea – La crescita che ha caratterizzato il gruppo comporta conseguenti maggiori impegno e responsabilità in capo ai consiglieri soprattutto per quanto attiene all’ampiezza delle competenze istruttorie demandate".

Per i componenti del cda, il compenso si attestava a 23mila euro lordi annui, con un tetto di 649mila euro annui lordi per la remunerazione di tutti gli amministratori, inclusi quelli investiti di particolari cariche. Oltre al rimborso spese in aggiunta. La nuova proposta invece introduce 30mila euro annui lordi per ciascun amministratore (più i rimborsi); specifichiamo che la maggior parte dei consiglieri non fanno solo questo nella vita, ma sono professionisti di diversi ambiti. "Il compenso si mantiene nella fascia bassa del mercato", viene specificato nella relazione.

Il presidente percepirà invece 150mila euro lordi come massimo annuo di parte fissa a cui si aggiungono i 30mila da consigliere. Il vicepresidente ha una parte fissa di 40mila euro lordi oltre ai 30mila da consigliere. L’amministratore delegato ha una determinata indennità di 57mila euro. Ma a questi si aggiunge la cospicua parte variabile. Premi o bonus, qual dir si voglia, calcolati sulla base dei risultati raggiunti. Il presidente esecutivo e il vicepresidente non possono però superare rispettivamente il 25% e il 33% rispetto al totale dei compensi variabili riconosciuti all’amministratore delegato e al direttore generale, pari alla bellezza di 280mila euro lordi. Nel 2021 il presidente di Iren, Renato Boero ha ottenuto un compenso totale di 191,2 mila euro, il suo vice, il reggiano Moris Ferretti è arrivato a 155,4 mila euro.