Iva Zanicchi: "Con le lanterne sorvegliavo il grande fiume"

Il ricordo delll'aquila di Ligonchio

Iva Zanicchi

Iva Zanicchi

Io, nata a Vaglie di Ligonchio, sull’appennino reggiano, innamorata del grande fiume e della bassa. Da bambina, poiché ero molto gracile, mi mandavano a Riva di Suzzara a fare la ‘cura dell’uva’. Ero ospite di una famiglia di contadini che si chiamava Monaldi. Una famiglia patriarcale e benestante. Nonostante ciò nelle abitazioni di allora non c’era ancora il bagno. Il bagno era esterno e fra tanti imbarazzi ci arrangiavamo come potevamo. Ricordo le grandi tavolate e l’atmosfera di calore. C’era stata la grande alluvione del Po, mia madre era molto preoccupata e prima di partire mi fece mille raccomandazioni. Di notte con le lanterne, andavamo a controllare come si comportava il grande fiume. Ci tornai da ragazzina e lì ho trascorso le più belle vacanze della mia vita. Le passeggiate in bicicletta sull’argine del fiume con gli amici, Guastalla, Viadana.

Avrò avuto quindici anni e ancora non sapevo che avrei fatto la cantante. Però, il canto era già la mia grande passione. Proprio in una balera della bassa, mi convinsero a cantare in pubblico per la prima volta. Cantai ‘ Chella llà’, un brano in voga in quegli anni. Ad accompagnarmi, il maestro Tienno Pattacini, grande musicista, nonché padre di Iller, noto compositore ed arrangiatore. Un’altra volta, a Guastalla, andammo a ballare. Quella sera giravano un film e il regista chiese a me ed alle mie amiche di partecipare come comparse. Il fiume Po e tutti i paesi di quella zona sono luoghi indimenticabili. Ogni volta che ci torno, i ricordi e le emozioni tornano alla mente vibranti come allora.