L’avvocato Preite si dimette dal Consiglio

"Ritengo che la presidente Tinelli abbia svuotato l’organo delle sue funzioni decisionali". Ieri il procuratore ascoltato dal Csm

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di Alessandra Codeluppi

"Persistenti e insanabili contrasti con la presidente Celestina Tinelli non mi consentono di svolgere serenamente il mio ruolo". Sono le parole che ha messo, nero su bianco, l’avvocato Francesca Preite, per annunciare le sue dimissioni da membro del consiglio dell’Ordine degli avvocati: la lettera è stata consegnata all’ente il 3 novembre, ma l’addio all’incarico è stato reso noto lunedì con una mail indirizzata a tutti gli iscritti. Come anticipato dal Carlino, Preite è stata sostituita dal primo dei non eletti, l’avvocato Fabio Martinelli. Da noi interpellata, Preite motiva così la sua scelta: "Ritengo che la presidente Tinelli abbia svuotato il consiglio delle sue funzioni decisionali e che non abbia dedicato alla governance dell’ente le attenzioni necessarie. Fino a lunedì sera io ero responsabile dell’ambito prevenzione della corruzione e trasparenza".

Chiediamo all’avvocato quali siano stati i fatti da cui è scaturita la sua decisione e se vi sia un legame con il modo in cui l’Ordine degli avvocati reggiani ha affrontato la spinosa questione dei rapporti tra il procuratore capo Marco Mescolini e l’ex magistrato romano Luca Palamara. Questione ora al centro di un fascicolo aperto al Csm a carico di Mescolini per presunta incompatibilità ambientale: proprio ieri la prima commissione del Csm, preposta all’esame delle doglianze mosse sui magistrati, ha ascoltato lo stesso Mescolini e, tempo fa, anche Tinelli. Durante una riunione-fiume avvenuta lunedì pomeriggio, alcuni avvocati consiglieri dell’Ordine hanno voluto chiedere chiarimenti alla presidente Tinelli, in quanto avevano appreso dell’audizione romana solo dai giornali.

"Le mie dimissioni - spiega l’avvocato Preite - non sono legate al caso Mescolini, ma a problematiche più ampie che, però, mi pare si siano verificate anche per quanto riguarda l’audizione di Tinelli. Quest’ultima vicenda è emersa in tempi successivi alla mia decisione di lasciare il consiglio: tuttavia la mia idea come semplice avvocato è che il presidente non dovesse tenere all’oscuro della sua audizione il consiglio, organo che decide e di cui il presidente è soltanto il rappresentante. Il consiglio, poi, è tenuto al segreto, ma a mio avviso avrebbe dovuto essere informato".

Ieri mattina, intanto, il procuratore capo Mescolini è stato ascoltato a Roma dalla prima commissione del Csm, di fronte alla quale era difeso da un magistrato. Per oltre un’ora Mescolini si è soffermato sui rapporti con Palamara, in particolare sulle chat della prima metà del 2018 in cui, allora pm della Dda di Bologna e pubblica accusa nel processo ‘Aemilia’, chiedeva informazioni e rassicurazioni sulla sua nomina come guida della procura reggiana, in ballo dall’autunno precedente ma ratificata poi nel luglio di due anni fa. Il procuratore si è soffermato anche sull’esposto critico presentato da quattro pm reggiani, tra cui i magistrati Isabella Chiesi, Maria Rita Pantani e Valentina Salvi. E ha anche depositato una memoria che la prima commissione vaglierà, per poi decidere l’eventuale trasferimento - caso in cui l’ultima parola spetterebbe al plenum del Csm -, l’archiviazione o un supplemento di indagini. Il procedimento dovrebbe concludersi entro febbraio.