La comunità marocchina di Reggio: "Il cuore diviso a metà. Molti fanno fatica a contattare i parenti"

Il racconto dell’imprenditore Ayoub Et Taik: "Ora invierò aiuti da qui". Tante le chiamate all’Imam di via Gioia: "Cerchiamo di tranquillizzare"

Terremoto in Marocco

Terremoto in Marocco

Reggio Emilia, 10 settembre 2023 – La comunità marocchina è la più numerosa nella nostra provincia e, al 1° gennaio, contava oltre 7mila persone. Le immagini della devastazione creata dal terremoto di magnitudo 6.8 che nella notte fra venerdì e sabato ha colpito Marrakech, con oltre un migliaio di vittime, hanno gettato nel panico molti dei nostri concittadini magrebini.

Lo conferma anche Abdelkarim Ouargziz, Imam di via Gioia: "Molte persone della comunità marocchina sono disperate e non sanno come fare a contattare i parenti. Le nostre linee sono intasate, stiamo cercando di tranquillizzare tutti", ha detto ai microfoni di Telereggio.

"Ecco la foto dei miei genitori scattata pochi minuti fa accanto all’auto dove hanno trascorso la notte. Mio padre, con il pollice in su, vuole comunicare che stanno bene, grazie a Dio".

Le parole sono di Ayoub Et Taik, imprenditore di 25 anni titolare del supermercato Al Madina di viale Piave. Con la famiglia è cresciuto a Reggio, ma i genitori si trovavano in Marocco proprio in queste ore in vacanza.

"Purtroppo noi marocchini abbiamo il cuore diviso in due. Una parte del nostro cuore resta in Marocco, un’altra è per l’Italia. Questo terremoto ci ha profondamente devastato. I miei genitori sono in Marocco, a Casablanca, per vacanza. Siamo stati assieme al telefono tutta la notte per cercare di parlare, perché le linee erano intasate. Nel frattempo io e mio fratello ci siamo già mossi col ministero in Marocco per organizzare un atto di beneficenza e destinare ad alcuni villaggi camion di farina e alimentari di prima necessità. Ora sto cercando un volo per partire e andare ad aiutare; mentre cerco di far tornare a casa i miei genitori".

La madre Najet ha fatto per lungo tempo l’operaia nelle ceramiche, il padre Said il fabbro per vent’anni. Ora tutti assieme collaborano al supermercato.

"Abbiamo nonni, zii, la maggioranza dei nostri parenti in Marocco – continua –. Un nostro vicino di casa si è rotto una gamba dopo un crollo, ma per fortuna non ci sono vittime tra i nostri familiari. Tuttavia continuiamo a essere preoccupati per quanto è accaduto. Per questo stiamo organizzando attività benefiche a Marrakech, sperando di essere un esempio di solidarietà internazionale in tempi difficili".

b. s.