La contestazione silenziosa Sit-in ultras coi fumogeni "Dovevano interpellarci"

La richiesta di una delegazione di venti tifosi tra Teste Quadre e Vandelli "Volevamo partecipare anche noi alla conferenza, ma ci hanno detto di no".

La contestazione silenziosa  Sit-in ultras coi fumogeni  "Dovevano interpellarci"

La contestazione silenziosa Sit-in ultras coi fumogeni "Dovevano interpellarci"

Una protesta silenziosa. Niente cori, ma solo fumogeni granata. Una nuvola di contestazione contro il restyling dello stadio ad opera della Mapei. È da poco terminata la conferenza stampa quando una delegazione di ultras della Reggiana – una ventina in tutto tra Teste Quadre e Gruppo Vandelli – mette in atto una sorta di sit-in, proprio davanti alla gradinata della tribuna e alla facciata ovest dell’impianto che verrà ridisegnata esteticamente.

"Siamo venuti qui per capire cosa venisse fatto nel nostro stadio dato che decidono sempre tutto loro (Mapei, ndr) senza chiedere – spiega Gigi Bagnoli, anima del tifo reggiano e che ci mette sempre la faccia – Abbiamo chiesto di poter entrare per assistere all’iniziativa, ma ci è stato risposto che si trattasse di un evento a invito. Un incontro con la Mapei? Noi a loro non chiediamo nulla".

Dopo la simbolica protesta – guardata a vista da una decina di uomini delle forze dell’ordine, tra carabinieri, polizia e Digos – i tifosi raccolgono i resti delle torce infuocate. "Saranno realizzate le gradinate tricolore? Non ci interessa lo stesso", risponde qualche sostenitore. Non contestano tanto il merito, ma il modo. Per la logica ultrà, la società della famiglia Squinzi non avrebbe dovuto neppure comprare all’asta questo stadio, costruito per la Reggiana (fu il primo di proprietà in Italia) e anche coi soldi dei tifosi stessi grazie agli abbonamenti pluriennali. Punti di vista – discutibili – polemiche e contestazioni ormai note che durano da dieci anni. Le stesse che si erano scatenate due settimane fa quando è uscita la notizia dell’opera di Olimpia Zagnoli al posto del tricolore. "Giù le mani dalla nostra bandiera", aveva tuonato la tifoseria organizzata.

Un grido arrivato pure a Vicenza dove i tifosi vicentini gemellati con la Reggiana hanno esposto uno striscione di solidarietà nella propria curva: "Al Città del Tricolore non ti bastava cambiare il nome?". Poco importa se Mapei abbia reso lo stadio un gioiellino, spendendo 18 milioni di euro che forse (quasi un eufemismo...) nessuna proprietà della Reggiana si sarebbe potuto permettere. E non va bene neppure la scalinata tricolore che salirà verso la tribuna: "Quindi ora il tricolore si calpesta? È vilipendio", scrive qualcuno sui social. E allora i seggiolini tricolore, dove i tifosi si siedono o stanno in piedi in curva Sud...?

dan. p.