La ditta dell’assessore esclusa dalla White list

La prefettura nega l’iscrizione all’azienda di Tommaso Manfreda di Casina "È stato un fulmine a ciel sereno. Pensano che io sia collegato con altri"

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"È stato un fulmine a ciel sereno. Stiamo cercando di capire cosa fare". Tommaso Manfreda, assessore a Lavori Pubblici, Ambiente, Sport, Politiche Energetiche e Sicurezza del Comune di Casina, commenta così la decisione della prefettura di negare l’iscrizione alla white list della sua ditta di costruzioni e ristrutturazioni. L’azienda ha sede in via Simonini 11, mentre al civico 1 ha il proprio capannone un’altra ditta di edilizia privata intestata a Giuseppe Falbo, colpita nelle scorse settimane da un’interdittiva antimafia per l’edilizia privata.

E’ lo stesso assessore a spiegarlo. "L’interdittiva riguarda l’azienda dei Falbo, mentre a me è stata rifiutata l’iscrizione alla white list perché mi considerano collegato a questa famiglia. Ma in realtà i civici sono lontani almeno 500 metri l’uno dall’altro, è solo un errore".

Per questo motivo Manfreda, che si è affidato all’avvocato Pompeo Azzolini dello studio Bucchi, sta preparando il ricorso. "Ho già comunicato tutto al sindaco e ne stiamo parlando praticamente tutti i giorni – racconta apertamente Manfreda – Sinceramente è stato un fulmine a ciel sereno, anche perché io non ho mai lavorato nel settore pubblico e mai vorrò lavorarci con la mia azienda". E allora perché far richiesta d’iscrizione alla white list? "Ormai è buona cosa averla – si giustifica Manfreda – Inoltre io ne sono sempre stato un sostenitore anche in consiglio comunale".

Per ora non sono previsti passi indietro da parte del giovane assessore ai Lavori pubblici, "perché vogliamo attendere l’esito del ricorso. Ma io ero pronto a presentare le mie dimissioni in Comune, per me la politica è volontariato. Sono pronto a fare tutto ciò che serve ovviamente".

Manfreda poi ragiona sullo strumento delle interdittive e in particolare su quella che ha colpito i ’vicini di ditta’ Falbo. "Sono persone perfettamente inserite, che vivono qui da 50 anni. Ma hanno alcuni parenti che sono stati indagati. E per questo ora non possono più lavorare... E’ una cosa delicata. Capisco che in questi casi ci si muova secondo la teoria del ’più probabile che non’".

Da qualche settimane in montagna si rincorrono le voci su possibili interdittive antimafia e su coinvolgimenti di politici locali. Ma non era ancora stato spiegato chiaramente quello che stava accadendo. Ad oggi comunque, la prefettura ha segnato un nuovo record di interdittive firmate in un solo anno solare. Il mese di dicembre si chiuderà infatti con una quota superiore ai cento provvedimenti firmati dal prefetto Iolanda Rolli, un numero enorme che richiede un altrettanto enorme lavoro degli uffici pubblici.

Saverio Migliari