La droga ora è in via Chiesi "Espropriati dei garage"

Una ventina di autorimesse private sono state scelte come base dai pusher che hanno lasciato le ex Reggiane. Braccio di ferro infinito con i residenti

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A terra c’è di tutto: bottiglie di birra, lattine tagliate – vengono usate come contenitori per scaldarvi la cocaina – siringhe, sacchetti, piastrelle in frantumi, rifiuti, avanzi di cibo, escrementi. I tombini non sono a filo col pavimento. Vengono spesso sollevati per nascondere le palline di droga da spacciare.

Il seminterrato che ospita i garage privati di via Chiesi – una laterale di via Turri, a due passi dalla stazione e dall’area su cui sorgerà il nuovo Comando della Polizia locale – sembra una succursale delle ex-ex Reggiane, cioé dei capannoni di via Agosti prima dello sgombero.

Di giorno poca gente in giro; di notte una piazza dello spaccio che diventa off limits per i padroni della ventina di autorimesse. Di fatto, sono espropriati.

La situazione non è di ieri. "Va avanti così da febbraio", precisa uno dei proprietari. "Abbiamo informato personalmente il sindaco e purtroppo non è cambiato niente. Ci sono persone di ottant’anni che chiedono solo di parcheggiare l’auto nel proprio garage e non possono più farlo perché lo spazio antistante è occupato da una quindicina di stranieri, incappucciati nelle loro felpe, che spacciano tra siringhe, cocci ed escrementi. Ma ci rendiamo conto? Siamo impossibilitati a utilizzare una nostra proprietà: una situazione vergognosa e scandalosa. Giusto ogni tentativo di integrazione, ma certe situazioni non si possono negare, non si può mettere la polvere sotto il tappeto".

Roberto Salati, consigliere comunale della Lega, un paio di mesi fa, venne informato e denunciò pubblicamente la situazione. Anche Salati sollecitò l’amministrazione a intervenire: nessuna risposta. Ovviamente gli stessi garage vengono ciclicamente depredati (lo stratagemma è quello del taglio della lamiera della porta basculante per aprire il gancio dall’interno), tanto che i propritari – in una costoso e prolungato braccio di ferro con i ladri – hanno fatto ricorso a piastre di rinforzo, picchetti, telecamere. Non solo. "Abbiamo speso seimila euro – spiega il portavoce dei cittadini – per cambiare i motori nel cancello d’accesso e per sistemare la porta antipanico, che è stata sfondata". I proprietari le hanno tentate tutte: "Abbiamo installato l’illuminazione nel perimetro esterno, potato le piante". Ma la situazione resta quella. "E’ già la quarta volta che chiamiamo Iren per l’intervento di ripulitura delle parti comuni. Vista la presenza di siringhe, non è un’operazione qualsiasi. Costa altri 250 euro a chiamata".

Spesso i cittadini chiamano la Volante. E’ accaduto anche l’altra notte. Il gruppo dello spaccio si disperde, poi riappare a distanza di poche ore. Ieri mattina nel seminterrato è comparsa una bicicletta, prelevata chissà dove.

Andrea Fiori