"La famiglia di Saman sa dove sto"

Saqib Ayub, fidanzato della pakistana scomparsa: "Rientrando a casa ho visto un individuo sospetto"

Migration

"Anche se continuo a ricevere minacce attarverso i canali social dai familiari di Saman, che mi inviano insulti e mi telefonano su Instagram con profili che poi vengono chiusi, continuo ad aspettare la verità e a chiedere giustizia". A dirlo, in un’intervista rilasciata due giorni fa al Messaggero, è Saqib Ayub, il fidanzato 21enne di Saman Abbas, la giovane pakistana sparita da Novellara il primo maggio e per la cui scomparsa sono sott’inchiesta cinque persone - i genitori Shabbar Abbas, lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz, l’unico arrestato, e Nomanulhaq Nomanulhaq -, mentre per due parenti donne, una con cellulare inglese e l’altra francese, è stato emesso un ordine europeo di indagine. Il ragazzo era stato sottoposto il 23 luglio a un incidente probatorio davanti al gip Luca Ramponi: il suo racconto, sarà usato come prova durante il processo. Durante quell’udienza aveva rivelato alcuni particolari inediti sulle contese intorno alla ragazza scomparsa: ad esempio che il cugino Ijaz si sarebbe offerto per sposare Saman, sostenuto dai propri genitori ma senza il parere favorevole di quelli della 18enne di Novellara. Fuori dal tribunale, aveva raccontato di aver denunciato le minacce ricevute tramite social, a suo dire dai parenti della giovane. Nell’ultima intervista il giovane ribadisce le sue paure, nate in gennaio quando Shabbar Abbas, padre di Saman, andò in Pakistan e insieme ad altri minacciò di morte la sua famiglia se lui si fosse ostinato a proseguire la relazione con la 18enne. I suoi timori permangono: "So per certo che i familiari di Saman sanno bene dove mi trovo. Qualche tempo fa una fotografia che mi ritraeva mentre passeggiavo in una cittadina della zona, tramite Whatsapp è arrivata a loro che mi hanno comunicato di sapere esattamente dove mi trovassi. Ho denunciato il fatto, ma non vivo tranquillo". Non solo: "Un giorno ero insieme al mio caro amico Zafran (Mohammad, il traduttore e mediatore culturale che lo accompagna sempre ed era a Reggio anche nel giorno dell’incidente probatorio, ndr) e abbiamo notato nei pressi della mia abitazione una persona dal viso sospetto. Abbiamo avuto paura. Poi è sparito, ma non vivo sereno". E ribadisce: "Non faccio che pensare a Saman, sognarla tutte le notti chiusa in una stanza, segregata in una casa. Perché io sono convinta che sia ancora viva, il mio cuore mi dice questo". Secondo i carabinieri, invece, coordinati dal pm Laura Galli, Saman è certamente morta, ma resta aperto il mistero su dove possano essere le sue spoglie.

al.cod.