La gioia marocchina contagia il centro città

Caroselli, bandiere e fumogeni colorano la piazza del Valli. La partita seguita al bar, tra esultanze e tensioni: "È il nostro riscatto"

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"Se Allah vorrà andremo fino in fondo!", urlano marocchini di ogni età, ebbri di felicità. Il sogno Mondiale della nazionale nordafricana continua dopo aver sgambettato un’altra big della rassegna calcistica in Qatar: il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Il bar ‘Mouline Rouge’, che a Reggio evoca ricordi non certo piacevoli per l’omicidio di Hui Zhou nel 2019, è un vulcano traboccante di entusiasmo e tifo. Una piccola comunità di giovani, e anziani, immigrati dal Marocco, ma anche ragazzi di seconda e terza generazione che si sentono reggiani a tutti gli effetti. Ma col cuore rossoverde. Qui si fa la storia, e c’è bisogno del sostegno di tutti. "Problemi qui non ce ne sono – sottolinea Lorenzo, un residente della zona, italiano, che frequenta spesso il bar – Vengo spesso qui al bar e vedo questi ragazzi. Si fanno gli affari loro, ma oh, questa Nazionale gioca! Capisco perfettamente la loro gioia". E che gioia. Quando En-Neysiri, allo scadere del primo tempo, va in cielo per incornare la palla, decisiva, dell’1-0, il ‘vulcano’ marocchino, già in piena ebollizione esplode: i 70 presenti all’interno dell’ampia sala del bar, diventano una vera e propria curva con gente che urla, si abbraccia, si spinge, un paio di bandiere marocchine sventolate e una utilizzata come tovaglia appoggiata ad uno dei tavolini.

Ma basta un’esultanza troppo accesa, un bicchiere di birra che cade sui pantaloni del connazionale vicino e gli animi si infuocano subito. Bando alla felicità, qui ci sono ben altri problemi da regolare. Si rischia la rissa. Ci devono pensare un paio di connazionali – dotati di un’ottima dose di leadership e corde vocali importanti – per riportare nei binari la situazione. Uno dei due viene portato fuori di peso, l’altro si mette a pulire il danno che ha fatto. Si torna a pensare al match e a soffrire. Entra Ronaldo e parte qualche mormorio nella sala; entra pure Leao e si capisce subito che è lui il ‘nemico numero uno’ per i marocchini: si guardano con un sorriso pieno di paura. Il portiere Bounou fa spellare le mani dei presenti due parate fenomenali, mentre il ‘barese’ Cheddira fa arrabbiare tutti quando spreca un contropiede clamoroso e poi dopo si fa espellere.

Mancano tre minuti al 90°. "Tre minuti di sofferenza!" urla un altro, "Pressateli!" sbraita un terzo; 8 minuti di recupero interminabili, ma che si concludono con la gioia per una vittoria storica. Gente che balla sui tavoli e nel piazzale fuori dal bar, bandiere usate come mantelli. Via ai caroselli verso il centro: il rumore dei clacson si leva alto accompagnati dalle bandiere rosse con la stella verde al centro. Tutti in via Roma, è lì il ritrovo. Poi in piazza Martiri, in centinaia, davanti al Valli come dopo il successo con la Spagna. Con persino i fuochi d’artificio. C’è tutta la notte per festeggiare un Marocco da sogno.

Nicola Bonafini