
Il calciatore condannato in primo grado per stupro di gruppo: "Sarei potuto crollare, ma sono stato protetto" .
"Reggio mi ha cambiato, amo questa città e la sua gente". Una lettera a cuore aperto quella di Manolo Portanova, centrocampista e grande protagonista della salvezza della Reggiana, affidata ai social. Si toglie qualche sassolino e parla anche del processo ancora in corso che pende su di lui. Condannato in primo grado, con giudizio abbreviato, a sei anni per violenza sessuale di gruppo su una studentessa di Siena (a novembre dovrà affrontare l’Appello a Firenze) prima ancora di arrivare a vestire la maglia granata.
"Sono arrivato a Reggio Emilia con un fardello invisibile, ma pesante come il mondo – scrive Portanova, 25 anni il 2 giugno prossimo, che ieri non ha viaggiato con la squadra in treno, decidendo di fermarsi nella sua Campania lui che è nato a Napoli da mamma partenopea – Un processo che ancora oggi cammina accanto a me, ogni giorno, ogni notte. Voci, titoli, giudizi. Gente pronta a voltarti le spalle senza sapere nulla di te. E io lì, in mezzo al campo, a cercare un po’ di pace. Ma poi siete arrivati voi. Gente vera. Gente che non ha chiesto spiegazioni, ma ha scelto di guardarmi negli occhi. Di vedere l’uomo, non il caso. Di tendermi una mano quando tutto sembrava crollare. Non vi siete nascosti. Mi avete accolto, protetto, accompagnato. E io, che avrei potuto crollare, ho trovato in voi la forza per resistere. Ogni partita giocata con questo peso addosso, ogni allenamento con la mente che correva altrove… ma poi bastava uno sguardo dagli spalti, un gesto, un applauso. E tornavo a respirare".
Portanova poi parla del traguardo raggiunto con la Reggiana. "Ieri abbiamo raggiunto qualcosa che vale molto più di una classifica: la salvezza. Ma per me è stata un’altra salvezza, più profonda. Perché anche se il processo continua, anche se la battaglia non è finita, so che qui ho trovato un posto dove non servono scuse, solo verità. A voi, che mi siete stati vicini senza chiedere nulla in cambio, dico solo questo: grazie. Mi avete cambiato. Mi avete fatto credere di nuovo nelle persone. E non importa come andrà il resto… perché so che a Reggio Emilia ho lasciato un pezzo di cuore. E con tutta la sincerità che ho dentro, ve lo urlo: vi amo".