La mafia spiegata agli studenti: "Segnalate anche le piccole violenze"

Il libro di Antonio Anastasi su Nicolino Grande Aracri presentato a Brescello

La mafia spiegata agli studenti: "Segnalate anche le piccole violenze"
La mafia spiegata agli studenti: "Segnalate anche le piccole violenze"

"Il 95% del fatturato delle mafie viene dagli affari al Nord. In Calabria resta ben poco". Così Antonio Anastasi ha spiegato gli affari della ‘ndrangheta nelle nostre terre, presentando il suo libro ‘La storia di mano di gomma’, incentrato sulla vita del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri. L’incontro è avvenuto ieri mattina a Brescello, in un luogo-simbolo della lotta alla mafia: il capannone in via Breda Vignazzi confiscato al fratello Francesco Grande Aracri, ora sede della Protezione civile. L’autore ha dialogato con Alessandra Codeluppi, giornalista di Carlino Reggio, davanti a un centinaio di allievi della scuola media ‘Panizzi’, accompagnati dalla dirigente Tiziana Segalini, dalla referente del progetto Donatella Sepali e dagli insegnanti. L’evento è stato organizzato dall’associazione antimafia ‘Impastato-Castelli’, rappresentata da Catia Silva, col patrocinio del Comune e il supporto della Protezione civile. Dopo il saluto del vicesindaco Enrico Bianchini e dell’assessore all’Istruzione Luca Poli, che hanno rimarcato l’importanza dell’educazione alla legalità, parola ai due relatori, intervistati da Giuseppe Leonelli, direttore della Pressa. "Nicolino Grande Aracri è un boss di caratura nazionale, nonché un imprenditore simbolo dell’evoluzione della mafia al Nord. In Emilia, più che di infiltrazione, bisogna parlare di colonizzazione", ha esordito Anastasi. Sull’impatto del radicamento mafioso e sulle vicende che hanno travagliato Brescello, si è soffermata Codeluppi, che ha invitato gli studenti "a non trascurare neppure piccoli segnali di violenza e illegalità che un ragazzo può vedere o subire, come nel bullismo, e condividerli con genitori, insegnanti o forze dell’ordine". I due giornalisti hanno parlato della loro esperienza come cronisti e del rischio di querele temerarie e richieste di risarcimento. Ferdinando Bianchini, brescellese, ha poi mostrato la propria tesi di laurea conseguita nel 2022 e dedicata alla mafia in paese. Nel finale diverse domande dei ragazzi, ai quali è stata consegnata una t-shirt dell’associazione con una frase di Paolo Borsellino. "Chiederemo di mettere a disposizione nella biblioteca comunale le motivazioni delle sentenze del processo di ‘ndrangheta ‘Grimilde’ – annuncia Silva –. Sono pagine di storia del nostro paese, è bene che i cittadini conoscano".