Reggio Emilia, 5 settembre 2023 – L’amore di una madre per il proprio figlio può essere tale, a volte, da travalicare anche i limiti della legalità.
E’ quanto successo a una signora di 65 anni, italiana, residente a Forlì, arrestata nel pomeriggio di sabato mentre si trovava presso il carcere della Pulce a Reggio Emilia, con l’intenzione di fare visita al proprio figlio, attualmente detenuto presso la struttura carceraria reggiana. Le manette sono scattate perché, a quell’incontro, la donna si è presentata con due ovuli di hashish nascosti nella biancheria intima e una scheda Sim per un telefono cellulare, presumibilmente posseduto, all’interno della cella, dal figlio.
Nell’attraversare i vari controlli previsti per poter accedere all’area colloqui, i cani antidroga, avrebbero iniziato ad abbaiare, fiutando la possibile presenza di sostanza stupefacente in possesso della signora. A seguito di una perquisizione più approfondita da parte degli agenti della polizia Penitenziaria, è comparsa la droga, occultata negli indumenti intimi di lei, oltre alla scheda telefonica. Ragion per cui è stata posta in arresto per le ipotesi di reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione di soggetti detenuti.
Ieri mattina, nell’aula presieduta dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio, dottor Andrea Rat, si è tenuta l’udienza di convalida. La signora, difesa dall’avvocato Alessandro Pinzari, del foro di Forlì, sostituito in aula dalla collega Cecilia Soliani, del foro di Reggio, ha fornito la sua versione dei fatti, assumendosi la responsabilità di quanto accaduto e scusandosi per l’accaduto.
Il Pubblico Ministero, titolare del fascicolo, Marco Marano, ha chiesto, oltre alla convalida dell’arresto, l’applicazione delle misure cautelari del divieto di dimora in provincia di Reggio e l’obbligo di firma quotidiana presso la stazione dei carabinieri di Forlì.
L’avvocato Soliani, dal canto suo, ha chiesto che non venissero applicate misure cautelari o, in subordine, solo quella del divieto di dimora in provincia. Il Gip Rat, al termine dell’udienza, ha convalidato l’arresto, accogliendo in toto le richieste del Pm Marano, stabilendo, tramite ordinanza, il divieto di dimora in provincia e l’obbligo di firma giornaliera.