La medicina d’urgenza apre i nuovi spazi

La Medicina d'Urgenza del Santa Maria Nuova ha festeggiato i suoi primi 30 anni inaugurando i nuovi spazi dedicati, dotati di 14 posti letto e 7 ventilatori. Offre cure sub-intensive a un maggior numero di pazienti e ha avuto un ruolo importante durante l'emergenza Covid 19.

La medicina d’urgenza apre i nuovi spazi

La medicina d’urgenza apre i nuovi spazi

La Medicina d’urgenza del Santa Maria Nuova nasceva il 4 novembre del 1993. Nei giorni scorsi, la struttura, di cui è responsabile il dottor Luca Boracchia, ha festeggiato i suoi primi 30 anni inaugurando i nuovi spazi dedicati.

Il reparto è stato ristrutturato grazie ai fondi approvati per il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera in emergenza Covid 19. Il progetto di ristrutturazione è stato portato a termine sotto l’attuale direzione del Dipartimento Emergenza Urgenza da parte della dottoressa Ivana Maria Lattuada a completamento del percorso iniziato dalla precedente direttrice Anna Maria Ferrari, attualmente in pensione.

Con la nuova sistemazione sono state potenziate le capacità logistiche della struttura al fine di offrire cure sub-intensive a un maggior numero di pazienti.

I nuovi locali dispongono di 14 posti letto: 4 letti di degenza ordinaria provvisti di telemetria e 10 postazioni sub intensive, dotate di monitoraggio multi-parametrico, suddivise in una stanza da 2 posti e due spazi open space da 4 posti ciascuno, uno dei quali convertibile a terapia intensiva in caso di necessità. Lo sviluppo di questo progetto ha permesso di garantire il distanziamento fisico tra i degenti richiesto dalla normativa.

La Medicina d’Urgenza accoglie da sempre una grande varietà di casistiche e nel corso degli anni ha dimostrato di essere un importante snodo di cura per l’inquadramento e la stabilizzazione di pazienti acuti con elevato carico assistenziale. "Lo scorso anno – spiega il responsabile medico Boracchia - il reparto ha accolto circa 700 pazienti e per il 2023 i dati evidenziano prospetticamente un incremento del numero totale dei ricoveri. I ricoveri nell’Unità operativa avvengono prevalentemente da Pronto Soccorso e in minor misura da altri reparti, in particolare Rianimazione e Terapia Intensiva".

Sono in dotazione 7 ventilatori e 7 dispositivi per l’erogazione di ossigeno ad alti flussi, il che permette di gestire nelle fasi inziali patologie respiratorie e cardio-respiratorie acute e complesse. Una gran parte della casistica riguarda la traumatologia come il trauma gravepolitrauma non rianimatorio. La Medicina D’urgenza ha avuto un ruolo importante durante l’emergenza Covid 19 accogliendo nelle varie fasi della pandemia pazienti affetti con quadri di insufficienza respiratoria severa.