
di Sara
Catellani
Quella che si avvia alla conclusione è stata la mia prima Giornata Mondiale della Gioventù, un’esperienza bellissima e unica. È fantastico poter essere insieme a tante persone, anche a quelle che non sono le "solite", a tanti giovani che vivono le proprie dinamiche, le proprie difficoltà, i propri interrogativi. Venerdì mattina abbiamo potuto assistere alla testimonianza dell’Arcivescovo di Modena e Nonantola, Erio Castellucci, del quale mi ha colpito una frase: "Vivere le vocazione dell’essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di una esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario della vita cristiana". E ancora: "Quando una generazione cammina verso l’altra c’è pace e non c’è guerra". Ci ho riflettuto a lungo, anche nel lavoro di gruppo che ne è seguito, e penso che il cammino, verso Dio e verso l’altro, sia essenziale: la mia vita è una risposta e non rispondo solo ad uno "speriamo" ma a quello che mi chiede la responsabilità. Mi ha colpito, tra gli altri, il momento della Via Crucis insieme a Papa Francesco, che abbiamo potuto davvero vedere da vicino: in ogni stazione si recitava un Padre Nostro in una lingua diversa, questo mi fa cogliere una dimensione diversa, visto che qui a Lisbona siamo in tanti, diversi, ma uniti da un unico scopo. Da questi ultimi istanti portoghesi, prima di tornare alle nostre case, mi aspetto una "scossa" dalla quotidianità che a volte ti prende e ti affloscia un po’: invece, me ne sono accorta in questi momenti straordinari, la bellezza non manca mai, in ogni giorno della nostra vita.
(*) pellegrina di 25 anni