La pace si fa a scuola, il progetto

Un percorso di ricerca e azione all’Istituto Manzoni stimola il dialogo interculturale tra famiglie, alunni e docenti

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La necessità di rimettere al centro la pedagogia interculturale e l’importanza del dialogo interreligioso sono il fulcro del Convegno che si è tenuto lunedì pomeriggio nell’aula magna dell’università per il progetto ’Pace fra le culture: la scuola per il dialogo interculturale e interreligioso’, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, e condotto dall’IC Manzoni, in collaborazione con la Fondazione Reggio Children. Il convegno ha rappresentato la conclusione di due anni di ricerca-azione-formazione in cui l’istituto Manzoni ha riflettuto sul territorio e sulla comunità scolastica nella sua multiculturalità, coinvolgendo vari soggetti sul territorio. All’evento hanno presenziato studiosi e rappresentanti delle istituzioni che hanno collaborato attivamente al progetto: Fondazione Reggio Children, il Dipartimento di educazione e scienze umane di Unimore, Fondazione per le Scienze Religiose, Centro Interculturale Mondinsieme e PantaRei. Presente ad introdurre i lavori, oltre al provveditore scolastico Paolo Bernardi, la presidente della Fondazione Reggio Children, Carla Rinaldi e la dirigente scolastica Alessandra Landini.

Nel progetto, i docenti hanno avuto a disposizione le competenze in ambito interculturale della Fondazione Mondinsieme e dei ricercatori e professori di Unimore: la formazione è partita dall’analfabetismo religioso con lezioni di Alberto Melloni e Francesca Cadeddu, di Fsciire, e ha toccato i temi dell’intercultura e della transcultura, tra gli altri, con Lavinia Bianchi. I lavori sono stati integrati con tre testimoni di origine ucraina, marocchina e nigeriana, per discutere su come il background culturale avesse influenzato l’esperienza scolastica e di vita. Obiettivo della formazione la tensione verso una maggiore equità e cura dell’altro nella pratica scolastica e la migliore conoscenza delle culture delle alunne e degli alunni. Una volta acquisiti sul campo gli strumenti per capire, l’istituto ha messo in campo una Cabina di Regia per sperimentare pratiche didattiche innovative che sapessero accogliere la differenza come valore. L’accento del convegno è stato posto anche su come molto spesso mancano strumenti per affrontare con sistematicità i bisogni formativi ed educativi dei ragazzi. I genitori sono stati coinvolti con un questionario sui rapporti scuola-famiglia, scuola-alunni e sul dialogo attorno alle religioni. Grazie alla possibilità di compilarlo in ogni lingua e in formato cartaceo o digitale, con la possibilità di chiedere l’aiuto di un mediatore culturale, hanno partecipato 335 famiglie per un totale di 453 alunni su 889. In un quadro dove più del 90% partecipa ai colloqui con gli insegnanti, è emerso che solo il 5% delle famiglie si sente discriminato dai docenti per motivi etnici o religiosi, mentre il numero sale al 9% per quanto riguarda i rapporti tra l’uno e l’altro nucleo familiare. Considerato che il Manzoni ha profuso un impegno eccezionale, emerge che a tutte le scuole servono più mediatori culturali. All’evento Carla Rinaldi ha commentato: "Nel mondo di oggi, l’incontro con l’altro è un’arte vitale e un’esperienza come questa riesce ad unire mondi diversi e creare un dialogo. In questa esperienza FRC ha portato l’approccio della co-progettazione, perché è solo una scuola aperta e accogliente quella che può generare comunità e esaltare le unicità di ciascuno di noi"

"Non deve avvenire una sintesi tra culture e religioni, ognuna deve poter esprimere sé stessa in un contesto di rispetto e comprensione reciproci" ha detto Alberto Melloni docente di Storia del Cristianesimo di UniMore. Tommaso Vezzani