Reggio Emilia, 27 settembre 2023 – Avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Danish Hasnain, dall’esame fatto dai periti su tutti i reperti trovati dov’è stata sepolta Saman Abbas non compare il profilo genetico di nessuno dei cinque imputati. Secondo lei cosa significa?
"Per il mio assistito, rilevo che con grande onestà, parlando dell’occultamento del corpo, lui aveva detto di averlo toccato, seppur quando la povera ragazza era già morta".
Quali riflessioni fa sulla perizia medico-legale?
"Mi sembra più significativo che si ritenga possibile un ventaglio di ipotesi molto ampio. Cioè che il responsabile sia stato anche una sola persona, un uomo o una donna, giovane o anche di una certa età. Che per causare la rottura dell’osso ioide bastino 7 secondi e che in pochi attimi in più si possa provocare lo stato di incoscienza, mentre la durata dell’agonia è imprevedibile, e che l’omicidio possa essere stato commesso in meno di un minuto e mezzo. Questi dati moltiplicano le possibili ipotesi sulle dinamiche del fatto".
Cosa ne deduce in base agli elementi finora emersi?
"Riguardando le immagini dei filmati (quelli intorno alla mezzanotte del 30 aprile 2021, ndr), quando per circa due minuti Saman Abbas scompare dall’obiettivo con la madre Nazia Shaheen, in quel frangente potrebbe già essere avvenuto l’omicidio".
Durante l’interrogatorio di garanzia, Hasnain aveva detto di aver sentito dai due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq che a uccidere materialmente Saman era stata la mamma.
"È la mia intima convinzione. Basti guardare le reazioni del padre Shabbar Abbas rispetto a ciò che la telecamera non riprende, ma che lui vede".
Il fatto che sui reperti non sia stato trovato materiale biologico che confermi la presenza sul posto degli imputati può fare ipotizzare che vi siano state figure che non sono entrate nel processo?
"Rimando alle due ordinanze della Corte d’Assise, che ha detto che vi erano due soggetti indagabili (si tratta di due parenti, ndr). Non vado oltre: non voglio spendermi su responsabilità certe. I giudici hanno però scritto che dovevano essere iscritti nel registro degli indagati e, verosimilmente, essere qui in nostra compagnia in quest’aula del tribunale. Uno di questi è significativamente irreperibile in Spagna".
Cosa dice sulla buca scavata con strumenti ritenuti compatibili con le pale trovate nella casa dove vivevano Hasnain, Ijaz e Nomanulhaq?
"Aspetto che il perito sia ascoltato nella prossima udienza. Voglio sottolineare però che le pale ritenute compatibili non sono quelle delle famose immagini del 29 aprile 2021 (quando si presume che tre imputati abbiano scavato la fossa dove mettere Saman, ndr). Rispetto a quelle, morfologicamente diverse, abbiamo le immagini sia di quando vengono prelevate sia di quanso vengono riposte nel magazzino dell’azienda Bartoli".
Lei ipotizza un movente?
"Dal mio punto di vista è culturale, ed è il motivo di tanto interesse mediatico rispetto a questo processo. È un tema di assoluta novità sul piano giudiziario, è un ‘quid novum’ nel diritto penale italiano che norme culturali possano determinare la realizzazione di reati. Abbiamo importato questo fenomeno insieme all’immigrazione. Ed è un tema nuovo anche dal punto di vista sociale".