La rabbia delle vittime degli affidi "Una decisione sconcertante Confidiamo non sia ancora finita"

L’insurrezione delle parti civili, il nonno della bimba del caso-pilota: "La giustizia farà il suo corso". Ma una ex paziente dello psicoterapeuta: "Lui mi ha salvato, i suoi metodi sono comprovati dalla scienza". .

La rabbia delle vittime degli affidi  "Una decisione sconcertante  Confidiamo non sia ancora finita"

La rabbia delle vittime degli affidi "Una decisione sconcertante Confidiamo non sia ancora finita"

"Alcune vittime sono sconcertate. Non riescono a comprendere come sia possibile una simile decisione". Fa discutere l’assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti due giorni fa in Appello. E soprattutto tocca le corde dolorose delle parti civili. Tra questi chi li rappresenta al processo sui presunti affidi illeciti di minori come l’avvocato Domenico Morace. "L’esito del processo di appello ci lascia alquanto perplessi a fronte di quanto sta emergendo nel corso del processo di merito, davanti al tribunale di Reggio, che consolida quanto accertato nel corso delle indagini. Rappresento lo sconcerto di alcune delle vittime che non riescono a comprendere come sia possibile una simile decisione a fronte di quanto hanno subito".

E sui social si sfoga anche il nonno della bambina che rappresenta il caso-pilota di Angeli e Demoni, la storia nella quale – secondo quanto emerse dagli atti processuali – un disegno sarebbe stato falsificato dalla psicologa Imelda Bonaretti, con la famiglia che è parte civile al processo. "È stato assolto, al momento, uno psicologo che teorizzava metodi almeno discutibili – tuona e rimarcando – Ma è in corso un processo ad altre 17 persone che da quelle teorie sono poi passate ai fatti e che gestivano, per fortuna ora non più, bambini e famiglie ad essi collegati. Noi abbiamo fiducia che la giustizia faccia completamente il suo corso. Poi ne riparleremo...".

Ma c’è pure chi esulta per l’assoluzione di Foti. Come una donna di 49 anni, originaria di Torino e ora residente in Puglia, ex paziente di Foti. "Mi ha salvata – racconta – noi vittime di abusi abbiamo bisogno di persone come lui". Lei era al fianco dello psicoterapeuta durante la lettura della sentenza in Appello ed è stata la prima ad abbracciarlo. "Un momento bellissimo. Ho conosciuto Foti 25 anni fa. Venivo da una storia di abusi in famiglia, subiti da parte di mio padre e ho iniziato un percorso di rielaborazione del trauma lunghissimo, doloroso e faticoso". Poi entra nel merito dei metodi utilizzati da Foti durante la terapia: "Non utilizza tecniche astruse, lui ascolta tanto. Cosa che molti altri non sanno fare, non riuscendo a entrare in empatia. Non ho mai visto il dottor Foti vestirsi da lupo neppure a carnevale per scherzo, tanto per mettere un punto ad una delle sciocchezze dette su di lui...".