La Regione dice sì alla diga di Vetto

Approvata la risoluzione presentata da Mastacchi (Rete civica): ora bisogna decidere le dimensioni dell’invaso

La Regione dice sì alla diga di Vetto

La Regione dice sì alla diga di Vetto

di Francesca Chilloni

"Sì alla realizzazione della diga a Vetto - incrementando i volumi di capienza dell’opera - tra le provincie di Reggio e Parma".

Ieri mattina l’Assemblea legislativa regionale ha approvato la risoluzione presentata dal consigliere Marco Mastacchi (Rete civica), con un emendamento. Restano divergenze profonde tra gruppi politici, e sulle dimensioni dell’invaso.

Con l’atto si chiedeva alla Giunta Bonaccini di confermare la volontà di realizzare l’invaso sull’Enza alla sua massima capacità. Si tratta di un passo epocale per i territori che la attendono da decenni; i cambiamenti climatici ora impongono urgentemente per dare risposta alle richieste idriche del comparto agricolo ed in particolare dalla filiera del Parmigiano-Reggiano.

L’emendamento è stato firmato da Mastacchi, dai consiglieri reggiani Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ed Andrea Costa, con i suoi colleghi Daffadà e Bulbi del Pd. La Regione ha ottenuto dal Governo un finanziamento di circa 3,5 milioni di euro per uno studio di fattibilità tecnica, economica e ambientale sull’opera più adatta per la Val d’Enza.

Le richieste del mondo agricolo delle due provincie negli scorsi decenni sono sempre state rimbalzate dalla politica, su sollecitazione degli ambientalisti.

"Serve lasciare da parte l’ostracismo verso gli invasi in montagna - sottolineava nella discussione Mastacchi - I ritardi sono già eccessivi e l’emergenza idrica dovuta ai lunghi periodi di siccità (con anche rischi idrogeologici) rende necessari interventi strutturali come nuovi invasi capaci di stoccare grandi quantità di acqua.

Vi è la necessità di bacini anche a Modena, Bologna, Forlì e Piacenza: quelli esistenti sono insufficienti".

Plaude il consigliere reggiano Gabriele Delmonte (Lega): "La Giunta, rispetto alla scorsa legislatura, ha cambiato idea. Oggi che la Diga è diventata una certezza, avallata anche dall’ok del ministero alle Infrastrutture guidato da Salvini, discussione non verte più sul "se" creare o meno l’invaso ma sul "come" farla". Ed aggiunge: "Mi ha lasciato stranito lo studio dell’Autorità di bacino, che prevederebbe un invaso da 27 milioni di metri cubi d’acqua.

Per noi serve un invaso da 100 milioni di metri cubi d’acqua, ad un uso plurimo: secondo le relazioni dei tecnici della Regione, i fabbisogni civile e industriale richiedono 48 milioni mc e quello agricolo 58 milioni mc".

Per Pigoni (lista Bonaccini) la diga "è una priorità e occorre procedere il più velocemente possibile alla sua realizzazione.

Potrà anche produrre energia elettrica pulita".

Costa (Pd) dice però che "Prima di realizzare infrastrutture potenzialmente impattanti vanno valutate tutte le possibilità alternative, innanzitutto interventi per ridurre il consumo delle riserve idriche anche contrastando le dispersioni", allineandosi con Europa verde.

Con loro il M5s, con Silvia Piccinini: "Piuttosto che realizzare una struttura di quel tipo, sarebbe necessario puntare con decisione su microinvasi sfruttando per esempio le tante cave dismesse dell’Appennino, agire per l’efficientamento ed il risparmio idrico, investire su colture a minor fabbisogno idrico".

Infine plaude al voto Giulia Pigoni, segretaria di Azione Emilia-Romagna e consigliera regionale: "Ritengo che la Diga di Vetto sia una priorità per il settore agricolo regionale. È una infrastruttura strategica e indispensabile, occorre quindi procedere velocemente alla sua realizzazione".