La Regione ripiana il buco di bilancio dell’Ausl

L’Emilia-Romagna ripiana il buco di bilancio delle sue aziende sanitarie. Si parla di 84,3 milioni di euro, maturati nel 2022 per i costi Covid ed energetici non rimborsati dal Governo, a cui si aggiunge un forte aumento della spesa per farmaci e dispositivi medici. Ma è il 2023 che preoccupa, essendo ancora un’incognita: la Regione ha avviato un percorso di ascolto e confronto costante con le aziende sanitarie, per evitare di andare in rosso anche quest’anno.

Intanto prosegue il pressing a Roma per ottenere un aumento del fondo sanitario nazionale. "Le spese sono sotto gli occhi di tutti - dice l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini -, o questo Paese torna ai fondamentali o sarà sempre più vulnerabile". La sanità oggi "costa più di quanto riceve - insiste Donini - non solo per le spese Covid o energetiche, ma anche per le nuove opportunità cliniche, assistenziali e di ricerca che oggi hanno performance straordinarie".

"Questo scostamento di bilancio preoccupa tutte le Regioni - avverte l’assessore -, occorre rimodulare il fondo". La richiesta è di aumentarlo fino al 7,5% del Pil. "Ottenerlo il primo anno sarebbe onirico - ammette Donini - puntiamo a raggiungerlo in cinque anni". Se dovesse calare, invece, "sarebbe l’intero sistema sanitario nazionale a deflagrare, non solo l’Emilia-Romagna".

"In Regione nel 2022 le aziende sanitarie hanno dovuto affrontare 375 milioni di euro per spese Covid (non rimborsate), 200 milioni di euro per l’aumento delle bollette (di cui 79 non coperti dallo Stato), oltre 100 milioni di euro per farmaci innovativi e dispositivi medici, 107 milioni per spese di personale, legate soprattutto al rinnovo del contratto del comparto. Il disavanzo a Reggio è stato di sette milioni.

"Non avremmo chiuso il bilancio senza i 72 milioni di euro di quota premiale, mai così alta, che ci è stata riconosciuta perchè primi in Italia sull’erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza). E non ce l’avremmo fatta senza i 200 milioni risparmiati sulle gare con la centrale di acquisto Intercenter. Se potessimo disporre del miliardo di euro speso in tre anni per il Covid e le bollette, oggi la discussione sarebbe molto diversa".