La rivolta degli autisti "Noi trattati come bestie Un mezzo preso a sassate, cos’altro deve accadere?"

Lo sciopero di protesta dei lavoratori del trasporto pubblico locale "Turni massacranti e aggressioni, il Comune apra un tavolo urgente".

La rivolta degli autisti   "Noi trattati come bestie  Un mezzo preso a sassate,  cos’altro deve accadere?"

La rivolta degli autisti "Noi trattati come bestie Un mezzo preso a sassate, cos’altro deve accadere?"

"Turni senza regole nè umanità, siamo lavoratori non bestie! Cos’altro deve succedere?". Così recita lo striscione esibito ieri mattina in piazza Prampolini da oltre settanta lavoratori di Seta che hanno manifestato contro i problemi del trasporto pubblico locale. Armati di vessilli e fischietti hanno denunciato le condizioni di lavoro e la mancanza di sicurezza sugli autobus nella settimana in cui si è verificato anche l’accoltellamento di viale Piave. Il presidio è stato indetto da tutti i sindacati Cisl, Cgil, Uil, Cisale e Ugl che hanno scioperato per 24 ore, per l’intera giornata di ieri. "Sono qui da 16 anni, non ricordo un evento del genere. La manifestazione è riuscita, l’amministrazione adesso ha chiare le nostre richieste", dice Francesco Fusco (Cisl). "Il Comune ha una quota di partecipazione all’interno di Seta e le pacche sulle spalle non bastano, ci serve reale ascolto", chiosa Giuseppe Ranuccio (Filt Cgil).

Una maggior sicurezza è una delle prime richieste che i dipendenti fanno a Seta, come sa Vincenzo Miglino di Cisal: "Dopo l’accoltellamento di giovedì, sabato c’è stata un’altra aggressione, una sassaiola contro la linea 93. Seta dovrebbe intervenire per la sicurezza di utenti e conducenti". Lui stesso facendo il controllore è rimasto vittima di uno scontro: "Sulla linea 13 direzione Sesso, un signore alle mie spalle mi ha urtato e mi ha fatto sbattere testa e spalle contro il corrimano. Mi sono rotto i tendini sopra e sottospinali, 8 mesi a casa. Nessuno dell’azienda si è mai fatto vivo, non ho avuto nessun risarcimento e il signore non è nemmeno stato identificato". Oltre a costituirsi parte civile ai processi, Seta manca anche di prevenire questi episodi: "Il personale è poco, a Reggio ci sono solo due supervisori che in episodi particolari diano supporto a passeggeri o dipendenti. Modena e Piacenza ne hanno di più".

I turni sono un altro problema, spiega Fusco: "Le persone assunte dopo il 2012 fanno proprio un lavoro diverso: prendono meno e hanno orari massacranti, i turni sono spezzati e per fare sei ore di lavoro devono tenere la divisa addosso 14 ore, tutto il giorno. Anche senza straordinari, sono tolti dalla famiglia e stanchi, poco lucidi, pericolosi anche per i ragazzi che carichiamo. C’è anche molta ’disposizione’, spesso capita di venire chiamati a lavorare a ora di pranzo del giorno prima". Alberto Rossi (Uil) aggiunge: "Domandiamo solo di metterci a un tavolo e contrattare alla vecchia maniera, come si faceva con Act". Tra le altre questioni sollevate, un ticket pasto per i lavoratori che non accedono più, a causa dei turni, alla mensa aziendale e la tutela legale per ogni grado di giudizio (oggi arriva fino al secondo, ndr).

L’assessora alla mobilità Carlotta Bonvicini ha fatto salire in Comune una delegazione sindacale: "L’incontro è stato positivo, Bonvicini ha preso un impegno formale per attivarsi immediatamente e convocare un tavolo con Seta, per capire se quantomeno l’azienda vuole confrontarsi e cercare delle soluzioni. Se l’atteggiamento resterà il disinteresse, non potremo tollerarlo e da qui al confronto non escludiamo nessun tipo di iniziativa, comprese segnalazioni agli ispettorati nei casi in cui è messa a rischio la salute nostra e dei passeggeri" ha concluso Luca Chierici, della Cgil.

Tommaso Vezzani