Reggio Emilia, la supercar Faw porta in dote un casello

A Gavassa una nuova rampa per la A1, per favorire l’accesso alla nuova fabbrica d’auto del marchio orientale

La supercar elettrica Faw che sarà costruita in provincia di Reggio Emilia

La supercar elettrica Faw che sarà costruita in provincia di Reggio Emilia

Un nuovo casello autostradale a Gavassa dove sorgerà lo stabilimento reggiano della Silk-Faw, sul modello Philip Morris a Valsamoggia, nel bolognese. E non a caso a dare una mano nella trattativa per portare la join venture americana-cinese nella nostra città avrebbe avuto un ruolo importante – stando ai retroscena – anche Eugenio Sidoli, amministratore delegato della multinazionale delle sigarette, manager della famiglia che possiede anche l’Hotel Posta in centro.

Gli imprenditori di Reggio hanno dato una spinta propulsiva all’approdo della casa automobilistica che costruirà qui l’hypercar elettrica sportiva di lusso. Da Sidoli a Unindustria capitanati dal presidente Fabio Storchi che hanno costituito una cabina di regia fondamentale con le istituzioni di città e Regione (dal sindaco Luca Vecchi all’assessore all’urbanistica Alex Pratissoli fino all’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla), ma soprattutto a ‘vecchi lupi di mare’ della politica: l’ex premier Romano Prodi e l’ex ministro della giustizia Oliviero Diliberto, da sempre canali privilegiati con l’Oriente.

In un primo momento ai cinesi erano state proposte le ex Reggiane come quartier generale, ma non hanno attecchito. E così hanno sondato il mercato, scegliendo Gavassa, nella strategica area Nord della città (dove sono allocate Mediopadana, ex Fiere, Mapei Stadium e Autostrada), scovando un affare con un privato; si vocifera che il terreno acquistato – non ancora svelato – possa essere riconducibile alle molteplici proprietà della famiglia Maramotti. E parrebbe che gli imprenditori "cinamericani" sarebbero stati colpiti proprio dalla sede della fashion maison MaxMara, nelle loro visite reggiane, a cui si ispirerebbero per il nuovo stabilimento che sarà votato al green. In più il nuovo casello autostradale "privilegiato", richiesto da tempo anche dagli industriali reggiani. Al momento però bocche cucite – per effetto di un rigido patto di riservatezza – da parte di imprenditori e politici ‘coinvolti’ che aspettano l’ufficializzazione della Silk Faw attesa per lunedì (magari con qualche dettaglio in più) per poter esultare.

Intanto sono diverse le reazioni in città scaturite dalla notizia. Definita "ottima" dalla consigliera comunale di Alleanza Civica, Cinzia Rubertelli che invoca "l’occasione per ribadire la centralità di Reggio rispetto all’area vasta e alla sua infrastruttura per eccellenza, la Mediopadana". Le fa eco Benedetta Fiorini, deputata Lega: "Aver scelto l’Emilia, e segnatamente Reggio Emilia, come luogo dove insediare un polo di produzione dell’auto elettrica di lusso è un importante riconoscimento al nostro territorio e alle capacità dei nostri bravissimi imprenditori. La priorità, ora, deve essere investire anche sulla filiera creando ulteriori posti di lavoro spronando tutti gli attori pubblici e privati, sia oggi che in futuro, alla tutela del nostro preziosissimo know-how della motor valley".

Applaude pure la Cgil per la creazione di posti di lavoro (si stimano dai 1.500 2.000 assunti diretti e un investimento di circa un miliardo): "Una grande occasione in una fase di contrazione economica e occupazionale causa pandemia. Come sindacati vogliamo essere fin da subito parte attiva di questa partita. Auspichiamo fin da ora che Silk-Faw agevoli i confronti che si dovranno giocoforza attuare con noi".

Ma c’è anche chi giudica in negativo come l’ex candidato sindaco Francesco Fantuzzi di ‘Reggio Città Aperta’ che attacca: "La tradizione comunista, operaia e contadina fa spazio allo sfacciato glamour classista che devasta il suolo. Lo stabilimento consumerà una superficie spaventosa, più del doppio di quella prevista dall’impianto Forsu a Gavassa". Dubbiosi anche i consiglieri del M5S: "Salutiamo con favore la creazione di un polo industriale dell’automobile elettrica ma con una clausola ben precisa: no a nuove cementificazioni, recuperiamo aree industriali dismesse, pensiamo ad esempio alle ex Reggiane, alla zona Fiere, alle tante aree industriali di Reggio mezze vuote".

Cos'è la Faw

Faw è l’acronimo di (China) First Automobile Works. Il colosso è stato fondato il 15 luglio 1953, quando fu costruito il suo primo impianto di assemblaggio. È uno dei più antichi e grandi produttori automobilistici cinesi, conta più di 130.000 dipendenti, un capitale sociale di 35,4 miliardi di Renminbi (la moneta cinese) e un patrimonio totale di 457,83 miliardi sempre di Rmb. Gli impianti di produzione si trovano nelle province di Jilin, Liaoning e Heilongjiang, nella provincia di Shandong e nella municipalità di Tianjin, nella regione autonoma di Guangxi Zhuang e nella provincia di Hainan, nella provincia di Sichuan e nella provincia dello Yunnan. Il Gruppo possiede i marchi Hongqi, Bestune e Jiefang. Nel 2019, Faw ha venduto 3,464 milioni di vetture.