La terapia intensiva tra le migliori in Italia

Importante riconoscimento per il reparto del Santa Maria Nuova sotto pressione a causa del Covid: il 68,3% dei ricoverati è guarito

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L’eccellenza della nostra sanità, si conferma anche in un periodo estremamente difficile e delicato come quello che stiamo vivendo da ormai quasi due anni. Perché nell emergenza sanitaria dovuta al Covid, il Santa Maria si è distinto per i risultati ottenuti, tra i migliori in tutta Italia.

Un’analisi della gestione dei pazienti Covid ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva degli ospedali italiani nel corso dell’anno 2020, pubblicata di recente dal Gruppo Italiano per la Valutazione degli Interventi in Terapia Intensiva (GiViTI), ha infatti mostrato un risultato importante e lusinghiero per l’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia.

Lo studio ha riguardato casistiche comparate con altri centri nel trattamento delle polmoniti da Covid-19 evidenziando come la Terapia Intensiva dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia abbia registrato una mortalità inferiore alla media collocandosi al 12° posto su oltre 70 reparti.

L’elaborazione di questi dati indica che al S. Maria Nuova sono deceduti meno pazienti di quelli attesi in base ai modelli probabilistici fondati sulla gravità degli stessi al momento del ricovero in Terapia Intensiva: nell’anno in esame i ricoveri di pazienti Covid positivi sono stati 164 con una sopravvivenza del 68,3%.

"Questi risultati sono il frutto dell’enorme dedizione del personale medico e sanitario nel fronteggiare questa terribile emergenza sanitaria – sottolinea il direttore della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione Federico Giovanni Piccioni –. Sotto la guida del dr. Pierpaolo Salsi, responsabile dell’unità di Terapia Intensiva, il nostro reparto ha saputo adattarsi con impegno e sacrificio a condizioni di lavoro al limite delle proprie possibilità. Vedere che il risultato di questo sforzo ci posiziona tra i migliori centri afferenti al network del GiViTI è motivo di grande soddisfazione e di orgoglio".

Il lavoro all’interno della della Terapia Intensiva è particolarmente complesso perché è dedicato ai pazienti più gravi che spesso hanno ridotte possibilità di guarigione e per i quali vengono intensificate le cure per contrastare la patologia.

Nel corso della pandemia è stato necessario mettere in campo grandi risorse nell’ambito intensivistico ed è stato fondamentale il lavoro di squadra svolto in collaborazione con i reparti di Terapia semi-intensiva, le degenze Covid e le Terapie Intensive aziendali di Guastalla e Castelnovo ne’ Monti, primi alleati di Reggio Emilia, oltre che con altri nosocomi regionali.

"Per gestire il grande numero di pazienti critici, Covid-19 e non – continua il Dott. Piccioni – abbiamo dovuto aumentare enormemente i letti di Terapia Intensiva all’interno del sistema Ausl e questo è stato possibile grazie all’azione corale di tutti i professionisti della nostra Azienda.

Vedere che il lavoro svolto, seppur in condizioni davvero difficili, ha prodotto risultati comparabili a livello nazionale è una spinta per continuare a migliorare. Questo sarà possibile perché il nostro ospedale conta su grandissimi professionisti, sia medici che delle professioni sanitarie".

Nato nel 1992 in seno all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, il GiViTI promuove e realizza progetti di ricerca tesi a descrivere, analizzare e migliorare la qualità dell’assistenza in Terapia Intensiva in Italia.

Oggi il GiViTI vede iscritte oltre la metà delle Terapie Intensive italiane ed è uno dei primi e più grandi gruppi di ricerca in Terapia Intensiva operanti al mondo (https:giviti.marionegri.it).