
Roberto Rinaldi, segretario provinciale Uil, durante un comizio
di Elia
Biavardi
Il lavoro che uccide, la precarietà che si diffonde anche nei settori un tempo stabili, i giovani che fuggono per mancanza di prospettive. A pochi giorni dal referendum dell’8 e 9 giugno su appalti, licenziamenti e contratti, abbiamo chiesto a Roberto Rinaldi, segretario provinciale della Uil, quali siano le priorità per restituire dignità e sicurezza al lavoro.
Il tema della sicurezza è tornato centrale. Da dove bisogna partire per fermare le morti sul lavoro?
"Ogni morte è una sconfitta per tutta la società. Per questo abbiamo lanciato da tempo la campagna ’Zero Morti sul Lavoro’, poi condivisa anche da altre organizzazioni confederali nazionali. Servono investimenti concreti: l’avanzo di bilancio dell’Inail, circa 2 miliardi l’anno, va destinato a formazione, informazione e potenziamento dei controlli".
E queste spese mirate basterebbero per ridurre le morti bianche?
"Non credo. Vanno introdotte anche misure come l’omicidio sul lavoro, quando ci sono responsabilità del datore, e va rivista la normativa sugli appalti, vietando i subappalti a cascata, dove avvengono gran parte degli incidenti. Le Rls devono avere più forza e tutele. Anche a livello locale, le associazioni datoriali devono fare la loro parte: nei settori edile e agricolo, ad esempio, chiediamo da tempo interventi nei periodi di caldo estremo".
Ormai è un dato di fatto che la precarietà sia in aumento. Cosa sta succedendo sotto questo punto di vista nel reggiano?
"Senza una politica industriale nazionale seria, aumenta l’incertezza e con essa la precarizzazione. In molti casi si abusa di contratti a termine. Noi proponiamo di seguire il modello spagnolo, che incentiva fiscalmente i contratti indeterminati. Chiediamo alle associazioni datoriali di riflettere: offrire stabilità significa attrarre lavoratori competenti di cui tanto si lamenta la carenza".
Cosa fa invece la Uil per tutelare i lavoratori in un mercato sempre più frammentato?
"Noi lottiamo ogni giorno per internalizzare servizi che molto spesso esternalizzati per una mera operazione contabile. E poi ancora contrastiamo gli appalti anomali e chiediamo la stabilizzazione dei precari. Chiediamo da tempo che si renda esigibile la necessità di applicare i Contratti Collettivi Nazionali sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi sul livello nazionale (quindi Uil-Cgil e Cisl) a discapito dei contratti pirata, sottoscritti dai sindacati gialli che creano dumping salariale e sociale".
Parliamo di giovani, altro tema del referendum: come si può garantire un futuro più dignitoso nel mondo del lavoro?
"Beh innanzitutto il contratto a tempo indeterminato va incentivato fiscalmente, come dicevo prima. Poi anche i tirocini devono essere regolati meglio, sia sul piano normativo che quello economico. In generale, manca un welfare che risponda alle esigenze delle nuove generazioni: casa, equilibrio tra vita e lavoro, permessi parentali retribuiti. Senza questi elementi, l’emigrazione all’estero continuerà, sia nel pubblico che nel privato".
E investire nella formazione è così tanto importante come sottolineava prima?
"Assolutamente, ma dev’essere di qualità e finalizzata all’obiettivo che si vuol ottenere, che in questo momento storico dovrebbe essere il miglioramento delle competenzze. Con l’intelligenza artificiale molte professioni cambieranno, e noi ci chiediamo se le imprese hanno colto l’opportunità che si sta creando e gli stravolgimenti imminenti del mondo del lavoro. Come UIL abbiamo messo in campo sul livello nazionale e territoriale un gruppo di lavoro tecnico scientifico che studia effetti, opportunità ed interventi che occorre fare nell’immediato e quelle da fare sul futuro. Servono investimenti in infrastrutture materiali e immateriali".
La vostra posizione sul referendum?
"Per noi ogni strumento democratico va rispettato, perché è un diritto costituzionale. Abbiamo sempre lottato e stimolato sia la politica che l’opinione pubblica su questi temi, da qualsiasi governo siano stati affrontati. Ricordo le bare in cartone contro le morti sul lavoro, gli scioperi sul Jobs Act e contro i subappalti a cascata. Il referendum è un’occasione importante: sui primi due quesiti voteremo Sì, sugli altri lasciamo libertà di coscienza. Ma invitiamo tutti ad andare a votare: la partecipazione è un diritto per cui in tanti hanno dato la vita".