Reggio Emilia, i laghi fantasma: c’era una volta un’isola felice

Viaggio in uno dei posti più amati dai reggiani e ora completamente abbandonato tra incuria, ragnatele, fango e acqua scomparsa

Uno dei laghi in cui c’è ancora acqua, diversamente da altri

Uno dei laghi in cui c’è ancora acqua, diversamente da altri

Reggio Emilia, 26 agosto 2021 - Benvenuti ai laghi fantasma. Cartoline da un viaggio fuori dal tempo. C’erano una volta i ‘Laghi di Reggio’. Quell’isola felice dei pescatori che si divertivano felici tra una pescata, una partita a carte, un pezzo di gnocco fritto e un bicchiere di Lambrusco. Dove i papà o i nonni portavano per mano figli o nipoti, nella speranza di condividere o trasmettere una passione. Ma dove ora – in via Beretta, tra Sesso e Mancasale – vincono ormai solo degrado e desolazione di fronte a un’area di 890 metri quadri di potenzialità inespresse o sprecate. Soprattutto nell’epoca pandemica dove i grandi spazi consentirebbero senza problemi di rispettare le normative. Un piccolo paradiso, in mezzo alla campagna e ai vigneti, lontano dai rumori della città, ma non troppo, coi ponti di Calatrava che si stagliano all’orizzonte.

Foto dei cartelli ancora presenti all’ingresso e all’interno dei Laghi di Reggio
Foto dei cartelli ancora presenti all’ingresso e all’interno dei Laghi di Reggio

Peccato sia un purgatorio in abbandono e un inferno di ruggine e cianfrusaglie accatastate. Appena si entra, ecco il cartello d’accoglienza ‘Laghi di Reggio’ con un font piuttosto vintage e la dicitura sopra ‘Municipio di Reggio E.’. Ebbene sì, la proprietà dell’area è tutta comunale. E sotto ‘Centro Sociale di Pesca Sportiva’. O meglio, ciò che resta della struttura subito sulla destra all’ingresso. Bombole e ferri vecchi accatastati. Tutto di fronte a un parchetto giochi, compreso nell’area, completamente in rovina: catene delle altalene spezzate e sporcizia. Dalle vetrate poi si nota l’incuria più totale all’interno, ma anche all’esterno degli edifici, tutto avvolto dalle ragnatele. Erbacce che crescono, vasi rotti, tetti pericolanti e tegole spaccate. Il portone rosso della club house riservata solo ai soci è chiusa col lucchetto.

Dentro è deserta, sporca. Fuori addirittura si trovano dei cestini con quotidiani stropicciati che risalgono al 2018, regolamenti di pesca addirittura del 2008, bottiglie di birra gettate di qua e di là, cartacce di gelati che non esistono più. Scene, per l’appunto, che sembrano provenire da un territorio fantasma. Le foto sgualcite, scolorite quasi a creare effetti non replicabili neppure coi filtri di Instagram, dei record di trote o branzini d’acqua dolce pescati così come dei trofei vinti e delle manifestazioni svolte nel tempo, trasmettono un senso di nostalgia che lascia l’amaro in bocca. Sembra passata un’era eppure il Comune ci informa che è solamente un anno che è tutto chiuso definitivamente. E i laghi? Un disastro. Come si legge da un grande plastico all’entrata, i cinque medio grandi (Lago Primavera, Azzurro, Tricolore, Verde e Rugone) più i due ‘Lago Decantazione’ e ‘Lago Baby’ (quest’ultimo sparito già da anni) sono irriconoscibili di fronte a chi ha trascorso qui i pomeriggi. Addirittura il Rugone è completamente prosciugato. Si vede la terra spaccata a zolle. Un’enorme rete di fango dove s’impigliano e si arenano i ricordi. Un grande peccato. Cercando su internet qua e là, si vedono recensioni entusiaste dei tempi che furono. Dal buon cibo del bar ristorante omonimo ‘Caffè dei Laghi di Reggio’ alla bella accoglienza fino al bel clima di chi frequentava il luogo. E spunta pure un verbale sottoscritto dal Comune, risalente al 2015, in cui erano percepite le potenzialità del posto, lanciando pure idee originali. "Creare barchette da fidanzati con un nuovo ‘laghetto a chiaro di luna’", si legge oppure "al posto del laghetto bimbi si potrebbe dare spazio ad un addestratore di cani", ma anche buoni propositi come "rifare il parcheggio" e "nuovi vasconi per proteggere le trote dai cormorani". Tutto però annegato e sprofondato poi negli abissi dei laghi...