"L’agricoltura dipende al 75% da questi insetti"

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Nicola

Bertinelli*

Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. È questo quello che mi sento di dire in occasione della Giornata mondiale delle api, proclamata dall’Onu. I nostri apicultori sono impegnati in prima linea, nelle loro aziende e sul territorio, per difendere questo insetto che svolge un ruolo insostituibile per l’ambiente e per la vita dell’uomo. In media una singola ape visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un lavoro che genera un valore economico stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno su scala mondiale, 22 miliardi su scala europea e 3 miliardi su scala nazionale, secondo stime Coldiretti. La situazione delle nostre api autoctone rappresenta un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e anche un campanello d’allarme delle eventuali criticità che possono essere anticipate osservando attentamente la vita di questo insetto. Proprio per assicurare un controllo in tempo reale dell’attività nelle arnie ma anche un puntuale biomonitoraggio ambientale arrivano i primi cyber alveari alimentati ad energia pulita grazie a piccoli pannelli fotovoltaici. Li abbiamo presentati alla Giornata delle api a Roma in collaborazione con gli esperti del Crea Agricoltura e Ambiente. Sono arnie elettroniche collegate ad internet e dotate di telecamere e sensori capaci di rilevare l’attività di volo, la temperatura e l’umidità interna all’alveare, registrare il ronzio della colonia, misurare i parametri ambientali di micrometeorologia. I dati acquisiti vengono trasmessi ad una piattaforma dove l’apicoltore, con uno smartphone, può monitorare a distanza e quasi in tempo reale la sua colonia.

*delegato confederale Coldiretti Reggio