
Il reggiano, classe 1941, ripercorre i ricordi della sua carriera ciclistica "Seguo sempre il Giro: adesso le gare sono spettacolari e imprevedibili".
Esattamente 60 anni fa, nel segno del Giro, in compagnia di assi come Adorni e Gimondi. Perché la corsa rosa del 1965, lui l’ha vinta con la casacca della Salvarani, insieme al suo indimenticato capitano Vittorio Adorni (1937-2022), dominatore della classifica generale. All’epoca la Salvarani di Parma era una vera corazzata del ciclismo. La voce è quella di Pietro Partesotti, reggiano classe 1941 (foto), che negli ‘60 ha corso Giro, Tour e Vuelta, sempre con la casacca della squadra d’oltre Enza. "Seguo sempre il Giro e tante altre gare. Mi piace vedere il ciclismo odierno perché è spettacolare, tecnico, imprevedibile, ci sono grandi talenti", afferma. "Sono cresciuto nella Masonese, ho fatto i dilettanti con la Giglio di Prampolini, poi è stato Adorni a portarmi alla Salvarani quando Pezzi era il direttore sportivo. Nel ‘65 ho corso il Giro, Adorni era il capitano e l’ha vinto, mentre il giovane Gimondi si è classificato terzo, da emergente. Era una grande squadra e io ho avuto la soddisfazione di farne parte e di dare il mio contributo. Adorni era un asso già affermato, Felice una giovane promessa. C’è qualcosa di mio in quei successi, sia al Giro e al Tour", afferma Partesotti. Un’annata memorabile, quella del ‘65 per Partesotti. "Dopo il Giro io e Felice avremmo dovuto rifiatare e prepararci per la Vuelta, in Spagna. È arrivato un telegramma il giorno prima della partenza della squadra: dovevamo sostituire due colleghi, così siamo andati, in fretta e furia. Gimondi in Francia ha vinto, là è nato il campione", aggiunge l’ex ciclista reggiano con un pizzico di nostalgia.
m. t.