Reggio Emilia, aziende tessili fra lavoro nero e scarsa sicurezza

Otto opifici tessili su otto hanno evidenziato irregolarità. Sanzioni e ammende per quasi 800 mila euro

Controllo in un laboratorio tessile

Controllo in un laboratorio tessile

Reggio Emilia, 2 giugno 2018 – Lavoro nero, occupazione di manodopera clandestina, sicurezza sui luoghi di lavoro: questi i principali obiettivi dei controlli compiuti dai carabinieri del nucleo operativo del gruppo tutela lavoro di Venezia insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Reggio all’interno di otto aziende tessili dislocate sul territorio reggiano.

Gli esiti dei controlli sono allarmanti: nessuna delle otto aziende ispezionate è risultata in regola. Tutte avevano dipendenti in nero. In un caso addirittura erano assunti otto stranieri, tutti clandestini, tanto che il titolare, un cinese di 42 anni residente in provincia di Firenze, è stato denunciato per occupazione di manodopera clandestina.

I numeri parlano da soli: 19 lavoratori in nero, tra cui 9 clandestini, sorpresi nelle aziende ispezionate (tutte gestite da cittadini cinesi), elevate ammende per oltre 700.000 euro e sanzioni amministrative per 88.000 euro. Una delle aziende, con 36 postazioni di lavoro, è stata sottoposta a sequestro preventivo per gravi violazioni sulla sicurezza, ad altre sei è stata sospesa l’attività per l’impiego di manodopera non regolare. I controlli sono avvenuti a Reggio, ma anche a Novellara e in val d’Enza.