
L’ex sindaco Luca Vecchi
Si studiano le carte approfonditamente, perché c’è ancora molto da analizzare sui rilievi mossi dalla Corte dei Conti alla precedente amministrazione reggiana. I pm contabili chiedono ‘indietro’ 625mila euro all’ex sindaco Luca Vecchi, a metà della sua ex giunta e ad alcuni funzionari per l’intesa su Imu e alcuni pagamenti arretari con l’autofficina Corradini. Vicende pregresse, una delibera che risale al 2006 e diverse questioni da mettere in fila. L’ex sindaco, attualmente Capo di gabinetto del presidente della Regione, Michele de Pascale, subito si è detto "tranquillo" e sicuro di poter spiegare quanto accaduto, convinto di avere agito "per un interesse pubblico", rinnovando il profondo rispetto per la Procura della Corte dei Conti, ma anche per la capacità degli accusati di potersi spiegare.
Bisogna prima di tutto fare chiarezza sullo stato dell’arte. L’indagine è in una fase preliminare, si è ben lontani da una richiesta di condanna, e all’ipotesi di contestazione si chiede agli accusati di dare delle controdeduzioni entro 45 giorni. Da queste evolverà il procedimento, in un senso o nell’altro. Gli avvocati di Vecchi e degli altri coinvolti stanno studiando bene le carte per motivare le proprie ragioni. È un procedimento giudiziario complicato, con spiegazioni tecnico-politiche da fornire, per cui ci vorranno dei tempi non brevi, anche perché sono molteplici le personalità coinvolte, a diversi livelli dell’amministrazione. L’invito a fornire deduzioni è stato spiccato il 27 maggio scorso dal pm Domenico De Nicolo, e controfirmato dal procuratore generale Claudio Chiarenza. Nell’atto, illustrato dalla Dire, si spiega che tutto nasce dalle indagini condotte dalla Finanza reggiana sulla serie di presunte gare d’appalto pilotate in seno al Comune, relative al periodo tra la fine del 2015 e il giugno del 2019.