L’e-commerce è già realtà "C’è resistenza culturale Solo così si salva il retail"

L’agenzia webranking analizza il mercato tramite i gusti degli utenti online "E poi suggeriamo alle aziende cosa fare per massimizzare le vendite".

L’e-commerce è già realtà  "C’è resistenza culturale  Solo così si salva il retail"

L’e-commerce è già realtà "C’è resistenza culturale Solo così si salva il retail"

di Nicola Bonafini

"Il problema è culturale. La ‘rivoluzione digitale’ ci è arrivata addosso ad una velocità inaspettata, stravolgendo quello che era l’approccio e la cultura manageriale e aziendale su cui si è retta l’attività imprenditoriale, piccola o grande che sia fino ad oggi".

E-commerce contro vendita al dettaglio? La contrapposizione è figlia di una cultura retrograda che non trova, oggi, diritto di cittadinanza. A dirlo è chi la ‘rivoluzione digitale’ la cavalca, perché ne ha fatto una professione costruendovi un impresa – Nereo Sciutto, Ceo di Webranking – e chi, invece, la sfrutta per massimizzare il più possibile la propria attività commerciale – Davide Massarini, presidente di Confocommercio e, lui stesso, commerciante -. "Oggi come oggi, non c’è più una distinzione precisa tra il comparto retail e quello del commercio online – spiega Sciutto –. Oggi la figura che va per la maggiore è l’omnichannel, ossia un manager che gestisce il retail e l’online, perché questi si mischiano e vanno a braccetto. Il motivo? Che in fondo, dietro allo schermo del computer, c’è un essere umano non un robot; e oggi, il negozio online ha senso, oltre che per aumentare il fatturato, anche per attirare la clientela in quello fisico invitandola a quello che viene definito cross selling: ossia entrare in un negozio per comprare un prodotto e ‘già che si è lì’, acquistarne qualcun altro".

"L’e-commerce non può essere un punto di partenza ma di arrivo – aggiunge Massarini –. Soprattutto quello che il piccolo commercio oggi deve dotarsi è di un marketing mix efficace. A monte ci deve essere un’analisi delle proprie disponibilità economiche e anche della capacità di tenere costantemente vivo quello che è un secondo negozio, virtuale. Magari, per un piccolo negozio, o un commerciante medio, è molto più efficace sviluppare una strategia comunicativa attraverso i social e contestualmente ‘stare vicino’ ai clienti attraverso un servizio Whatsapp".

Webranking, nel panorama reggiano, svolge un’attività di analisi di mercato e, seppur non in modo preponderante, anche di costruzione di siti di ecommerce: "Se c’è una cosa che ha internet oggi è la completa misurabilità di molti fattori – spiega Sciutto –. I dati sono tanti e accessibili. Il nostro compito è quello di aiutare le aziende a definire il proprio potenziale e a compiere le scelte strategicamente più acute. Ci è capitato con una nota azienda del lusso emiliana: studiando il comportamento della clientela online, abbiamo suggerito una strategia diversa per massimizzare le vendite a livello retail in Inghilterra". Come far convivere quindi il negozio di prossimità con il mercato ‘virtuale’? "Dobbiamo evitare quello che è successo in altre città, in cui si son fatte modifiche ai piani urbanistici dove i negozi sfitti sono diventati garage – chiosa il presidente Massarini -. Penso che con un approccio più manageriale, con un’analisi capillare dei negozi sfitti e dei bisogni delle persone, si possa creare un commercio di prossimità facendo vivere i vari luoghi della città".