Si parla di poena naturalis nelle motivazioni del Riesame che hanno portato a bocciare il ricorso della Procura che aveva impugnato la decisione del gip di respingere la richiesta di misura cautelare nei confronti di Orjol Lame. Dal latino: pena naturale. "Ossia – si legge nel dispositivo – di un male, nell’ipotesi in esame di carattere morale, che l’agente subisce per effetto della sua stessa condotta illecita".
Per i giudici non sussistevano le esigenze cautelari perché "proprio in forza del suo stato di salute, non può ravvisarsi la sussistenza di un concreto e attuale pericolo di fuga. Ciò che potrà avvenire è l’allontanamento dal nostro Paese e il rientro in Albania per proseguire il perccorso riabilitativo con il supporto dei familiari".
Orjol è già tornato in patria, accompagnato dal fratello e dalla sorella. Magistratura e famiglia delle vittime temono che non tornerà più per un eventuale processo, ma i giudici si dicono tranquilli a riguardo. "L’inquisito – si legge sempre nel dispositivo – nominando un difensore di fiducia (Giuseppe Caldarola, nella foto, ndr) ha anzi dato prova del suo interessamento per la vicenda giudiziaria che lo riguarda e della sua intenzione di consentire il regolare corso del processo".
Alessandra Codeluppi
Daniele Petrone