
Il racconto dell’infermiere Raffaele Golia: "La situazione è sempre più esplosiva"
Raffaele Golia, infermiere del Pronto soccorso di Reggio da sette anni (nella foto a fianco), inquadra un sistema radicalmente cambiato nel tempo, con l’aumento degli accessi, dovuto a un mumero crescente di anziani, liste di attesa, carenza di medici di base. A ciò si sommano pazienti ubriachi, psichiatrici, rinvenuti in stazione e accompagnati al Ps nelle ore notturne, "così spesso ci troviamo di notte con 50 persone in attesa dalla mattina, fra patologie e sofferenze, una situazione esplosiva che aumenta il rischio di aggressioni nei nostri confronti", dice.
"L’estate scorsa, dopo una rissa in centro con accoltellamento, sono arrivati in Ps i componenti le bande rivali, continuando a picchiarsi, e io cercando di proteggere una collega Os, mentre alcuni si avventavano contro un rivale usando telefoni come oggetti contundenti, con sangue ovunque, venivo preso a pugni, con prognosi di qualche giorno. Tutti i giorni accadono cose di questo tipo, tra sputi, insulti e aggressioni".
Raffele chiede un posto di polizia nelle ore notturne, poiché tempi di attesa e rischi per il personale aumenterebbero, se gli agenti dovessero essere chiamati ogni volta dalla questura. Elisa Fiumefreddo lavora come supporto amministrativo alla Usl di Reggio: "Voglio raccontare le aggressioni verbali che subisco ogni giorno nel mio ruolo. L’umiliazione subita in pubblico e il senso di impotenza che ne deriva sono tra le cose che mi feriscono di più. Trovarsi di fronte a una platea in attesa, ricevere offese denigratorie e sentirsi addosso lo sguardo di tutti è terribile".
Ma spesso, invece di ricevere supporto, rivela Elisa, ci si ritrova a dover giustificare situazioni che dipendono "da errori di comunicazione, informazioni errate o dalla progressiva scomparsa di visite urgenti all’interno del Ssn".
Di tutela legale che manca, parla Antonio Scarinzi, oss dell’Ausl di Reggio, vittima di un’aggressione in Ps il 7 ottobre 2024, "episodio che mi ha segnato profondamente. A colpirmi, oltre alla violenza subìta, è il senso di solitudine dopo l’iniziale attenzione mediatica". Scarinzi rivela "il costo della tutela legale ricade interamente su di me. Devo scegliere tra provvedere al mantenimento della mia famiglia o sostenere le spese legali".
l. m. f.