Le femministe in tackle Sit-in di Non Una di Meno davanti al Mapei Stadium "Portanova sia fermato"

Presidio prima di Reggiana-Palermo contro il calciatore condannato per stupro. Un mese fa le attiviste erano scese in piazza Prampolini, poi il blitz in via Agosti. .

Le femministe in tackle  Sit-in di Non Una di Meno  davanti al Mapei Stadium  "Portanova sia fermato"

Le femministe in tackle Sit-in di Non Una di Meno davanti al Mapei Stadium "Portanova sia fermato"

Le femministe non mollano. Stasera alle 19 – davanti al Mapei Stadium, prima della partita Reggiana-Palermo – L’associazione Non Una di Meno darà vita ad un altro sit-in di protesta contro l’ingaggio del club granata di Manolo Portanova, il calciatore condannato in primo grado, in abbreviato, a sei anni per stupro di gruppo. "Una decisione scellerata da parte della società, avallata dagli sponsor e tollerata dalle istituzioni pubbliche cittadine", attaccano.

Un mese fa, all’indomani dell’annuncio dell’ingaggio di Portanova, le femministe erano scese in piazza Prampolini sventolando simbolicamente cartellini rossi e con fischietti in bocca. Una settimana dopo un altro blitz con tanto di striscioni al centro sportivo di via Agosti. D’altro canto, i tifosi si sono schierati in larghissima parte col giocatore ("Nella vita come allo stadio, fino al terzo grado nessuno è condannato", lo slogan degli ultras messo nero su lenzuolo) nella polemica che ha infuocato l’estate reggiana.

Il flash mob di stasera – autorizzato dalla questura – si terrà in un’area adiacente via Atleti Azzurri d’Italia, tra le zone sud e ovest dello stadio. Le attiviste saranno comunque ‘blindate’ a vista da Digos e forze dell’ordine per scongiurare provocazioni, reazioni e tensioni con gli ultras. Un presidio quello di Non Una di Meno che si rivolge prevalentemente alla Reggiana ("Saremo al Mapei per chiedere con forza alla società, per la dignità dell’intera città, di invertire la rotta e rinunciare alla presenza di Portanova in campo almeno finché non esce il verdetto definitivo") ma si allarga anche ai tanti casi nazionali di violenza, dagli stupri di gruppo di Palermo e di Caivano, nel napoletano, fino al caso di questi giorni – sempre per restare in tema calcistico – del bacio in mondovisione del presidente della Federcalcio spagnola Luis Rubiales alla giocatrice della nazionale Jenni Hermoso durante i festeggiamenti per la vittoria dei mondiali femminili.

Daniele Petrone