"Le tracce di Saman sui vestiti di Danish"

Le analisi dei Ris sugli abiti che lo zio avrebbe indossato la notte del delitto svelano alcuni resti biologici appartenenti alla 18enne e a Ijaz

Reggio Emilia, 26 novembre 2022 - Il Dna di Saman Abbas è stato ritrovato sul giubbotto che indossava lo zio Danish Hasnain nei giorni della sua scomparsa. Analisi approfondite sono state condotte dal Ris (Reparto investigazioni scientifiche) dei carabinieri di Parma sui vestiti che, secondo quanto emerso dalle indagini, erano stati "verosimilmente" indossati, si scrive, "daHasnain", tra "il 30 aprile e il primo maggio 2021", ovvero nei due giorni in cui la situazione in famiglia precipita e la ragazza 18enne sparisce per sempre da Novellara.

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Gli abiti erano stati sequestrati il 5 novembre 2021 dai carabinieri nella casa dove abitava Hasnain, a Campagnola in via Comunale 2. Secondo quanto emerso dalle investigazioni, gli abiti sono stati ricondotti al suo utilizzo grazie a indagini biologiche ed erano stati anche inquadrati dalle telecamere dell’azienda agricola ‘Bartoli’. Un giubbino felpato nero con zip e interno grigio era stato rinvenuto poggiato su un letto singolo, al primo piano dell’abitazione di Campagnola. In tasca c’erano un paio di guanti da lavoro. Sull’indumento appaiono evidenti tracce di terra. Poi, sul pavimento, le ciabatte nere in similpelle, numero 43-44. In un’altra camera, sempre al primo piano, spicca un quadro che raffigura la Sacra famiglia: sul letto vengono trovati pantaloni felpati blu, con logo ‘Sports’. All’interno di questi pantaloni c’era un altro paio di calzoni modello cargo, con uno strappo dal cavallo al lato destro, e dentro le tasche, guanti da lavoro.

Nella relazione del Ris di Parma, datata ottobre 2022, emerge che tutti i pezzi sono stati analizzati per trovare eventuali resti biologici. Da nessun vestito sono emerse tracce di sangue umano. Sul retro del giubbino, in corrispondenza della spalla sinistra, è stato rilevato un alone biancastro, che è stato sottoposto all’amilasi test, specifico per la ricerca di saliva: ha fornito "esito debolmente positivo". Sulla zona pettorale è stata fatta la stessa analisi, che ha avuto "esito dubbio".

Il fratello minore di Saman, che ha riferito di non avere assistito all’omicidio, ha ipotizzato che lo zio Hasnain abbia strangolato la sorella. Per gli investigatori l’assenza di sangue sul giubbino è invece uno degli elementi che ha fatto scartare l’ipotesi che la ragazza fosse stata smembrata, come invece emergeva dalle confidenze del cugino Ikram Ijaz ai detenuti e riportate alla polizia penitenziaria. Negli atti che abbiamo a disposizione non è scritto se la saliva sia stata ricondotta alla 18enne pakistana. Dall’Arma ci confermano però che "sul giubbotto sono state trovate tracce biologiche riconducibili a Saman Abbas". Una relazione del Ris, datata marzo 2022, specifica: "Su uno dei 26 prelievi effettuati sul giubbotto, in particolare su quello fatto posteriormente, nell’area compresa tra le spalle fino all’altezza ascellare, il profilo dell’indagato (Danish Hasnain, ndr) è componente nettamente maggioritaria di un profilo complesso nel quale si discriminano i contributi allelici, pur con effetti stocastici, di Ikram Ijaz e di Saman Abbas, quali componenti minoritarie". Insomma, tracce di geni di Ijaz e Saman se ne trovano, anche se in forma ’probabilistica’.