CESARE CORBELLI
Cronaca

"Leggete il saggio ’Da Gerusalemme per la giustizia’"

Soggiorni in Israele, amicizie e legami che, segnati dalla guerra, fanno percepire il dolore fino a Reggio Emilia. È stata...

Soggiorni in Israele, amicizie e legami che, segnati dalla guerra, fanno percepire il dolore fino a Reggio Emilia. È stata...

Soggiorni in Israele, amicizie e legami che, segnati dalla guerra, fanno percepire il dolore fino a Reggio Emilia. È stata...

Soggiorni in Israele, amicizie e legami che, segnati dalla guerra, fanno percepire il dolore fino a Reggio Emilia. È stata un’omelia da scuotere le coscienze quella che ha tenuto don Luca Grassi, parroco della comunità dei Santi Agostino, Stefano e Teresa domenica scorsa. Don Luca ha invitato i fedeli a leggere il documento ’Da Gerusalemme per la giustizia’, composto da figure molto autorevoli delle comunità cristiane di Gerusalemme, tra le quali il patriarca emerito Michel Sabbah, che sta inviando, anche al presbitero reggiano, ogni giorno da 217 giorni, tramite cellulare, preghiere, fondate sul grido dei Salmi, per farsi voce di chi voce non ha.

"È dallo scoppio dell’ultima guerra in Terra Santa che porto nel cuore il desiderio di condividere alcuni pensieri. Le prime parole di Papa Leone XIV mi hanno convinto a rompere ogni indugio. Fanno eco nel mio cuore e nella mia mente le parole del cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme: ’A Gaza stiamo assistendo a qualcosa di inconsolabile e inaccettabile dal punto di vista umanitario, la fame di centinaia di migliaia di persone come strumento di guerra. Non possiamo accettarlo’. Sono parole che ci dovrebbero fare tremare. Ho seguito la situazione in Terra Santa dal 2013, quando ho vissuto per un anno a Gerusalemme. Gideon Levy, giornalista da più di quarant’anni, definisce lo Stato di Israele come uno Stato di apartheid. Inoltre Amos Goldberg, grande storico israeliano, ha definito genocidio quanto sta accadendo a Gaza. Cosa possiamo fare? Pregare e digiunare contro guerra e violenza, ma non ’una tantum’".

Nonostante queste parole nette, si è percepito nell’omelia di don Grassi il grande amore per il popolo di Israele ma anche la preoccupazione che si possa distruggerne l’eredità spirituale.

Cesare Corbelli