
Tra le più iconiche, la stazione nel cuore di Mancasale ospita 1,7 milioni di passeggeri annui. Ma i viaggiatori incalzano: "Serve un sistema di trasporti più connesso con il centro città".
Quando nel giugno del 2013, fu inaugurata la stazione dell’alta velocità Mediopadana, in pochi avrebbero scommesso sul suo successo. All’epoca infatti, si contavano appena otto coppie di treni al giorno, qualche centinaio di passeggeri e un parcheggio da 400 posti. Dodici anni dopo, il bilancio parla chiaro: oggi i convogli che si fermano ogni giorno sono circa novanta, i passeggeri annui toccano quota 1,7 milioni — con un incremento costante negli ultimi anni — e i posti auto sono diventati 2.400. Non solo: la Mediopadana è diventata un nodo fondamentale per l’intero bacino mediopadano, punto di connessione tra città metropolitane e area vasta.
Progettata dall’archistar spagnola Santiago Calatrava, la stazione ad oggi è l’unica fermata intermedia della linea ad alta velocità Milano-Bologna. Sorge a circa 4 chilometri a nord dal centro di Reggio, nella frazione industriale di Mancasale, e insieme ai celebri ponti a vela sull’autostrada del Sole forma un complesso che ha radicalmente ridisegnato la zona settentrionale della città.
Ripercorrendo la storia della struttura, la Mediopadana è entrata in funzione nel 2008 come semplice posto di movimento, sotto il nome di ’Reggio Emilia AV, mentre i lavori per la costruzione della stazione vera e propria iniziarono nel 2010, con un costo complessivo di 79 milioni di euro. Le fondazioni furono poi completate nel gennaio 2012, e l’inaugurazione ufficiale si tenne l’8 giugno 2013, seguita il giorno successivo dalla piena attivazione del servizio.
Dal punto di vista architettonico, l’opera rappresenta una delle icone contemporanee più riconoscibili della regione. È lunga 483 metri, alta in media 20, e composta dalla ripetizione di 25 moduli ondulati, ciascuno formato da tredici portali in acciaio. Il risultato è un effetto dinamico che richiama il movimento di una gigantesca onda bianca, ormai diventata celebre agli occhi degli automobilisti che la vedono ogni giorno al fianco dell’autostrada. Una sorta di colosso d’acciaio che governa l’area nord della città, in continua trasformazione: qui sorgono anche la Rcf Arena, l’impianto Forsu di Iren, gli ex capannoni delle Reggiane, E tutta la zona delle ex Fiere, acquistata dall’universo MaxMara e che presto verrà riqualificata nel nuovo headquarter dell’azienda.
Negli ultimi anni, Comune, Rfi, ministero dei Trasporti e privati hanno investito oltre 27 milioni di euro per migliorare infrastrutture e accessibilità. Tra gli interventi principali: l’ampliamento dei parcheggi, la realizzazione di una nuova hall d’ingresso sul lato est — con ascensori e scale mobili — e la riqualificazione di 3.700 metri quadrati nel sotto-viadotto, destinati a nuovi servizi per i viaggiatori.
Restano però alcuni nodi irrisolti, su cui lo stesso Comune ha posto l’accento durante il convegno “Idee in movimento” del 2023, in occasione dei 10 anni dall’inaugurazione. La priorità è infatti quella di migliorare i collegamenti locali: oggi raggiungere la Mediopadana dal centro città o dalla stazione storica non è sempre agevole. Manca ancora una connessione rapida e strutturata con le ferrovie storiche o un sistema simile a quello dell’Aerobus bolognese.
L’impressione che si ricava parlando con chi la utilizza è duplice: da una parte c’è la richiesta di maggiori collegamenti e servizi, dall’altra resta intatto lo stupore per l’impatto visivo e l’efficienza. "Dal punto di vista architettonico è stupenda, comoda da raggiungere in auto", racconta Rosario Rannisi, musicista e cantautore. "Uso spesso il treno e trovo questa stazione molto più accessibile rispetto a Bologna. Certo, qualche servizio in più non guasterebbe, soprattutto per quanto riguarda la ristorazione".
Più critico Andrea Venturini, pendolare da Parma: "È troppo decentrata e poco collegata con il resto della città. Se ci fosse un collegamento rapido con la stazione centrale sarebbe tutto più semplice, invece ora sei costretto a usare l’auto. Sul parcheggio però nulla da dire: con l’ampliamento è migliorato molto".
Diversa l’esperienza di Osvaldo Adduci, studente magistrale all’Unimore: "Io arrivo in dieci minuti col bus dal centro. È una stazione piccola, ma non mi è mai mancato nulla". Tanti pareri contrastanti, ma un dato è certo: la Mediopadana non lascia indifferenti. Tra meraviglia architettonica e criticità strutturali, rappresenta un simbolo in equilibrio tra ambizione e realtà. E se oggi i numeri raccontano un successo in continua crescita, a fare la differenza nei prossimi anni saranno soprattutto i collegamenti, quelli che forse mancora mancano per farla diventare davvero una stazione al centro della mobilità quotidiana.