Ligabue: la protesta per lo stop ai concerti

Il rocker di Correggio, sabato, è salito sul palco del Vox di Nonantola, chiuso al pubblico, per esprimere sostegno al mondo dei ’Live’

Il video di protesta di Ligabue

Il video di protesta di Ligabue

Modena, 1 marzo 2021 - Non ha cantato , è rimasto in silenzio sul palco, davanti a un microfono, con le mani nelle tasche del suo iconico giubbotto di pelle. Ma a volte il silenzio fa più rumore, soprattutto quando a restare zitto è un cantautore superstar come Luciano Ligabue. Proprio il ‘Liga’ è stato l’ospite d’eccezione, a sorpresa, dell’iniziativa ’Ultimo concerto’, con cui più di 90 club italiani (27 in Emilia Romagna) hanno voluto riaccendere i riflettori sulla complicata situazione delle sale da concerto, ferme ormai da oltre un anno per le limitazioni collegate alla pandemia. In una maratona in streaming, vari interpreti e gruppi si sono esibiti dalle varie sale: Ligabue ha scelto il Vox club di Nonantola, ma ha preferito restare così, fermo, immobile e muto, a indicare il silenzio assordante "che da un anno riempie i luoghi di spettacolo italiani". Nel video di pochi minuti – realizzato in collaborazione con l’emittente telivisiva modense Trc – una scritta in sovraimpressione recita ’No music No people No culture’, ovvero se non c’è musica e non c’è gente non c’è cultura. "Con Ligabue esiste un legame di affetto che dura da tanti anni: diverse volte si è esibito qui al Vox – spiega Marcella Pelati di Studio’s –. Gli abbiamo chiesto di essere lui il nostro ‘testimonial’ e ha accettato subito. Gliene siamo riconoscenti". Negli anni il Vox di Nonantola è diventato uno dei più noti club italiani, ospitando alcuni dei protagonisti della musica internazionale, oltre ad essere stato meta di ’trasferte’ discotecare di tantissimi reggiani in tutti gli anni, dalla sua apertura. Il club, infatti, è stato inaugurato il 9 novembre 1992 con un concerto di Willy DeVille, "anche se la storia del locale – viene ricordato – è iniziata già nel dopoguerra". Nell’arco di quasi trent’anni sul palco sono stati realizzati oltre 800 concerti: l’ultimo, in ordine cronologico, è stato quello del 21 febbraio 2020 con l’heavy metal dei Nanowar of Steel. Poi è arrivato il Covid e si sono chiuse le porte. Per forza di cose, il calendario continua a essere portato avanti e avanti, "e l’attuale campagna vaccinale non consente di avere una previsione a breve o a medio termine – osserva ancora Marcella Pelati –. Si guarda all’autunno, con la speranza che si possa riprendere". Stessa incertezza per i grandi live: Studio’s, per esempio, ha in programma gli attesissimi appuntamenti con Tiziano Ferro e Ultimo allo stadio Braglia di Modena, rispettivamente il 12 e il 21 giugno, due concerti da più di ventimila spettatori ciascuno, già rinviati lo scorso anno. Ma, alla luce della situazione attuale, anche questi maxiraduni musicali sembrano realisticamente in bilico. Come viene fatto notare spesso, lo stop alle attività di spettacolo non coinvolge soltanto gli artisti ma tutti coloro che lavorano nel settore. Soltanto al Vox, ma il discorso vale per tutti i lcalli, provincia di Reggio compresa, sono almeno una cinquantina le persone ancora ferme (dai tecnici agli addetti alla sicurezza, dai baristi agli addetti al guardaroba): una decina di dipendenti sono in cassa integrazione m entre gli altri, che hanno contratti intermittenti, non possono contare sulle stesse tutele. "Per questo abbiamo voluto accendere le luci un’altra volta – dice Marcella –. Per ricordare che noi siamo qui".