L’impianto biogas ormai è realtà "Sarà il nostro fiore all’occhiello"

La visita in anteprima al nuovo Forsu di Gavassa dove ieri sono iniziate le fasi di collaudo e avviamento. La multiutility: "Renderà autosufficienti Reggio, Parma e Piacenza". Vecchi: "Un’operazione storica"

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Un’opera da 70 milioni di euro che verrà ultimata entro i primi mesi del 2023, ma già oggi ha iniziato la sua fase di collaudo e di avviamento. È l’impianto Forsu che sta nascendo a Gavassa e che avrà il compito di raccogliere i rifiuti organici e ‘verdi’ provenienti dalla raccolta differenziata della province di Reggio e Parma. Ieri, il direttore di Iren Ambiente, Eugenio Bertolini, il personale presente al cantiere con il direttore dei lavori Chiara Ugolini, hanno accolto il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, il vicesindaco Alex Pratissoli, il primo cittadino di San Martino in Rio, Paolo Fuccio, il suo vice Luisa Ferrari, nonché il commissario prefettizio del comune di Correggio, Salvatore Angieri, accompagnandoli in visita all’interno delle varie aree dell’impianto e spiegando loro l’intero processo produttivo dell’impianto.

IL CICLO PRODUTTIVO

Il progetto prevede che l’impianto sia in grado di accogliere almeno sei mezzi contemporaneamente tra i camion della differenziata di Reggio e Parma, i cui rifiuti vengono conferiti in una fossa di stoccaggio in attesa di essere lavorati e convogliati in digestori che hanno il compito di triturare la parte organica separandola dagli scarti (i contenitori di plastica e materiale metallico), per un tempo di permanenza di circa 3 settimane, in totale assenza di ossigeno. Dopo questo periodo si genera il biogas che viene purificato tramite un processo di ‘upgrading’ in biometano. Un’altra parte del risultato dell’attività di sminuzzamento del materiale organico viene aggiunto agli sfalci e potature, per poi, loro pure, venire sminuzzati. Questa miscela viene convogliata tramite appositi nastri trasportatori nelle ‘biocelle’ (delle vasche profonde 40) dove avviene la trasformazione in compost tramite un processo di ossidazione aerobica della durata di 15 giorni. Il tutto si conclude dopo un altro tempo di maturazione di 46 giorni dove il materiale fertilizzante viene stoccato in un’apposita sezione dell’impianto.

I NUMERI

L’impianto si estende su un’area di 17 ettari in cui verranno piantumati 600 alberi e 1500 arbusti. Durante i tre anni di lavoro, si sono alternati oltre 1000 operai per un massimo di 200 impiegati contemporaneamente al giorno. A regime l’impianto produrrà circa 9 milioni di metri cubi di biometano all’anno e 53.000 tonnellate di composto e 10.000 tonnellate di cO2 per usi industriali.

HANNO DETTO

Raggiante il sindaco Vecchi: "E’ un investimento di portata storica, che dota il nostro territorio di un impianto estremamente innovativo che rappresenta una delle operazioni più rilevanti di transizione energetica nel nostro Paese, con oltre 170mila tonnellate di rifiuti trattati annualmente". "L’impatto di un impianto simile su comuni della dimensione di San Martino in Rio sarà senz’altro positivo – sottolinea il sindaco Fuccio – Abbiamo dovuto spiegare bene alle nostre comunità l’esatto funzionamento dell’impianto, perché, qui, inizialmente doveva sorgere un inceneritore. Invece ci troviamo al cospetto di una struttura vero fiore all’occhiello dell’economia circolare della nostra provincia e non solo". "Questo impianto – chiude l’ad Bertolini – renderà autosufficiente tre territori: quello di Reggio, di Parma e di Piacenza".

Nicola Bonafini