L’invito alla Meloni spacca Reggio Ma l’Anpi: "Ok se coglie lo spirito"

Festa del Tricolore, s’infiamma il dibattito. Adelmo Cervi: "Si poteva evitare". Eboli: "Gesto di grande garbo"

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di Daniele Petrone

"Il Tricolore è nato quando c’era il Re, dunque credo sia giusto invitare chi vuole creare un impero...". La battuta al veleno è di Adelmo Cervi, figlio di Aldo uno dei sette fratelli partigiani fucilati dai fascisti nel ’43. Non ha preso affatto bene l’invito della Meloni. "Si poteva evitare, Reggio è una terra che ha dato tanto per la Resistenza e non merita questo – tuona – La Meloni ha vinto le elezioni e ha tutto il diritto di guidare il Governo, ma non era un obbligo chiamarla qui. Si poteva anche aspettare un anno per vedere se meritasse un’occasione del genere. Le bandiere sono importanti, soprattutto dell’uso che si fa. Così come la bandiera rossa è stata usata male da qualcuno, anche lei sul simbolo del suo partito ci mette la fiamma che sappiamo bene cosa ha portato nel nostro Paese...". Chi spara a zero è Dario De Lucia, consigliere comunale d’opposizione con Coalizione Civica: "Si porta il Tricolore sul petto ogni giorno con disciplina e onore, non solo un giorno all’anno. Il 7 gennaio non renderò omaggio a chi lo infanga ogni giorno, portando avanti parole e valori contrari alla Costituzione di questo Paese. Mio nonno si è fatto i lager e ci ha rimesso la salute. Ho perso gran parte della famiglia per quella storia e quella politica che Giorgia Meloni non ha mai rinnegato. Che figura farei ai loro occhi stringendole la mano?".

Una frecciata arriva anche da Cristian Sesena, segretario generale della Cgil che proprio in questi giorni è in battaglia contro il Governo sui nodi del lavoro. "Non mi stupisce – chiosa – che la Meloni in qualità di presidente del Consiglio di un governo esplicitamente di destra metta il cappello su una festa che commemora la bandiera quale simbolo della patria. Sarei di certo preoccupato e spero ci sarebbe una reazione diversa se provasse ad ’appropriarsi’ di commemorazioni quali il 25 Aprile, il 1° Maggio o il 7 Luglio".

Tra coloro che potrebbero essere ‘facili’ oppositori, si trova invece un’apertura (con riserva) da chi non ti aspetti. Come il partigiano Giglio Mazzi: "La Meloni si sta comportando finora abbastanza bene, certo non porta avanti i miei ideali e siamo distanti. Abbiamo idee diverse, ma se la incontro sono disponibile a fare una chiacchierata con lei senza problemi. Sono pronto a spiegare a lei che è giovane e che non ha vissuto quell’epoca, ciò che ho provato io sulla mia pelle...". E persino l’Anpi attraverso il presidente provinciale Ermete Fiaccadori il quale però pone una condizione d’auspicio: "Ritengo assolutamente doveroso l’invito alla Meloni. Mi auguro colga l’occasione per unire lo spirito patriottico della nascente Repubblica Cispadana, figlia della Rivoluzione francese, con quelli espressi dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo che pose le basi della nostra Costituzione. Mi riferisco quindi ad un genuino spirito patriottico che non può essere confuso col nazionalismo fanatico che caratterizzò il regime fascista che ci condusse nell’infamia delle leggi razziali, delle guerre e dell’alleanza con la Germania Hitleriana. Benvenuta a Reggio, Presidente, città medaglia d’oro alla Resistenza".

Taglia corto invece la parlamentare del Pd, Ilenia Malavasi: "Rappresenta il Governo in carica e ha un ruolo che va rispettato. Penso che la battaglia non si debba fare sulla sua presenza al 7 Gennaio, ma sulle idee e sulle proposte. Gli inviti vanno sempre fatti alle più alte cariche, non ci vedo nulla di male". Così come il capogruppo Dem in Consiglio Comunale, Gianluca Cantergiani: "È un momento istituzionale altissimo, il Tricolore è il simbolo più alto dell’unità del Paese. L’anniversario non è una tribuna e questa giornata racchiude i nostri principi costituzionali: libertà, uguaglianza, promozione, inclusione sociale, educazione, solidarietà, difesa dei diritti sociali. L’invito alla Premier si inserisce in questo contesto, nell’auspicio che l’incontra possa essere utile anche alla sua azione di Governo per il bene del Paese".

Infine una voce di centrodestra, quella di Marco Eboli, portavoce cittadino di Fratelli d’Italia: "L’invito alla Meloni lo considero un gesto di grande garbo istituzionale e importante politicamente per rasserenare gli animi, ancora agitati, da parte di alcuni, dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni. Per la Meloni, per la destra italiana, da sempre, l’attaccamento ai valori di amor patrio è nel proprio Dna. Il Governo lo sta declinando nella quotidiana azione. Anche nella nostra città, da alcuni anni il Tricolore è un simbolo che unisce tutti i cittadini, non sempre lo è stato in passato per il partito che la governa ininterrottamente dal secondo dopoguerra. Penso che l’omaggio che Giorgia Meloni fece nel suo intervento di presentazione del Governo alla Camera dei Deputati, a Nilde Iotti, donna che come lei, primo Presidente del Consiglio donna nella storia d’Italia, fu il primo presidente della Camera dei Deputati nella storia repubblicana, conferiscano all’auspicata presenza del Premier Meloni, anche una connotazione speciale. Due donna, capaci, Meloni e Iotti, unite a Reggio Emilia sotto il Tricolore simbolo di appartenenza ad una medesima comunità civile. La civiltà nei rapporti politici e istituzionali penso sia il grande valore che tutti dobbiamo praticare per far vincere all’Italia le impegnative sfide che si trova ad affrontare e le nuove che verranno".